Il Ministero dell’Interno ha inviato all’Amministrazione Comunale di Alessandria i rilievi e le richieste istruttorie relative all’Ipotesi di Bilancio Stabilmente Riequilibrato 2012.
Nella nota, che fa seguito alla documentazione inviata il 30 aprile scorso, vengono indicate “le criticità e i rilievi che necessitano di considerazione in sede di modifica dell’ipotesi di Bilancio Stabilmente Riequilibrato e dei documenti correlati per definire la manovra di stabilità finanziaria e consolidare la programmazione del risanamento”.
Viene poi ribadito che la possibilità di utilizzare la posta contabile dell’insinuazione alla massa passiva del credito vantato dall’Amministrazione (20.817.419 euro), è condizionata al fatto che il credito possa coprire esclusivamente spese non ricorrenti.
“Per il 2012 – ha commentato il sindaco, Maria Rita Rossa – non è possibile individuare spese non ricorrenti per importi così significativi in considerazione del fatto che l’Amministrazione ha ereditato un disequilibrio relativo ai primi sei mesi dell’anno”.
Il Ministero chiede, poi, di chiarire l’esatto ammontare dei trasferimenti alle partecipate e di specificare se le aperture di credito, in favore degli organismi partecipati, siano state tutte allocate nell’ipotesi di Bilancio Stabilmente Riequilibrato e restituite nei termini previsti.
Inoltre si chiede di “descrivere sinteticamente il percorso di attuazione delle liquidazioni societarie in corso e le ripercussioni sul Bilancio 2013, oltre a quelle già riportate nelle deliberazioni inviate”.
“Una vera doccia fredda – ha sottolineato il sindaco -. Questo documento è la riconferma che non ci sono aiuti di nessun tipo. Avrei preferito andare a Roma e sentire dei “no” chiari, piuttosto che questo continuo tira e molla per cui alle rassicurazioni verbali, seguono durissime prescrizioni scritte. Questa lettera è la dimostrazione che se arrivasse un commissario le conseguenze sarebbero durissime. Fino a oggi infatti abbiamo praticato la disobbedienza civile rifiutando di rispettare i rigidi dettami della legge”.
Infine l’emendamento a cui hanno lavorato i parlamentari alessandrini in virtù del quale è possibile arrivare al riequilibrio finanziario in 2 anni anziché in uno, “si trasforma in una beffa – afferma il primo cittadino – perché la chiusura in disavanzo per il 2012 ci costringe a nuovi tagli nel 2013 per coprire un terzo del disavanzo 2012. In conclusione le opzioni che il Ministero propone sono in realtà un vicolo cieco che ha di fronte a sé solo il muro dei tagli”.
L’Amministrazione Comunale è tenuta a rispondere in 60 giorni se intende avvalersi della legge n.64 del 6 giugno scorso (con cui è possibile riequilibrare il Bilancio in due anni anziché in uno), in 30 giorni se non intende avvalersi di questa possibilità.
“Mi auguro che il tavolo interministeriale, convocato per il 27 giugno prossimo – conclude il sindaco – possa almeno portare chiarezza fra le due anime del Ministero. Noi non potremo che ribadire che queste continue chiusure a ogni possibile soluzione non possono che portare alla morte della città. Il clima sociale si è già deteriorato abbastanza in questi mesi di attesa e la preoccupazione dei cittadini non può che aumentare. Continuiamo ostinatamente a credere che si possano individuare percorsi che salvino Alessandria dal baratro, ma certo questi bizantinismi esasperati non ci aiutano. Qualcuno comincia a dire che forse era meglio rimanere nello stato di illegalità che ha caratterizzato questa città per molti anni, noi continuiamo invece a pensare che la legalità e il rigore siano la via maestra per portare Alessandria prima al risanamento e poi al rilancio. E anche se è ormai evidente che è una strada tutta in salita, credo che vada fatto questo ultimo tentativo e che vada fatto tutti insieme. Per quel che mi riguarda questo è il momento “dell’unire” le forze visto che lo scopo e gli obiettivi sono comuni”.