Oggi vorrei fare le cose al contrario, vorrei scrivere alcune considerazioni ancor prima di aver visto lo spettacolo, diciamo a “scatola chiusa”.
Ho colto lo spunto riflettendo sulla triste e assurda morte di Carolina, la ragazzina quattordicenne suicidatasi perché vittima di cyberbullismo da parte dei suoi coetanei. Storie come questa ce ne sono molte, purtroppo, e molte taciute e nascoste per paura.
Gli esempi forniti dai media oggi non sono edificanti, troppo spesso assistiamo a liti e risse televisive, anche nei programmi destinati ai giovani e, intanto, gli episodi di bullismo e di violenza a scuola crescono sempre di più.
Ci si chiede perché? Perché una ragazza così bella e piena di entusiasmo si uccide? Quanto è preoccupante il fenomeno del bullismo sui social network? Cosa possiamo fare per i nostri ragazzi, vittime o carnefici che siano?
Questa non è certo la sede per affrontare una tematica così delicata, ma davvero il fenomeno stia preoccupando molte famiglie. Non più tardi di qualche settimana, infatti, è stata dedicata una serata proprio a questo argomento: un momento di riflessione sul bullismo in rete, dal titolo AdolescenDay con psicologi ed e esperti del settore, che ha riscosso parecchio successo di pubblico.
È indubbio che noi adulti siamo dei modelli per i giovani, possiamo fornire buoni (o cattivi) esempi, a partire dalla famiglia e dalla scuola. Luogo, quest’ultimo, dove certi fenomeni si sviluppano e se non contenuti rischiano di assumere dimensioni incontrollabili. È la scuola che dovrebbe fornire ai ragazzi i giusti strumenti per crescere, per imparare, per relazionarsi al prossimo, anziché trasferire un mero bagaglio di nozioni: non si impara solo dai libri.
Ed è proprio partendo da qui, che vorrei raccontarvi di una scuola, la Media “V. Alfieri” di Spinetta Marengo, che di esempi positivi ne fornisce parecchi ai propri allievi. Da alcuni anni, infatti, lavora con loro su progetti e tematiche specifiche da approfondire durante l’intero anno scolastico, attraverso laboratori creativi. Un anno è stato dedicato al tema delle dipendenze, un altro a quello della gestione del conflitto e così via.
La spinta propulsiva l’ha data una giovane insegnante di matematica e scienze, da poco tempo in ruolo, che ha portato una sferzata di energia all’istituto in questione. Influenzata anche dalle proprie attitudini e passioni per la musica, il teatro e l’arte in generale: Laura Tartuferi, nota cantante locale, attrice impegnata con la Compagnia Teatrale Stregatti, membro attivo dell’Associazione Culturale MondoUpArte, e tanto altro…
I meriti, però, vanno riconosciuti anche alla Dirigente – Dott.ssa Monica Fonti – che ha colto intelligentemente l’entusiasmo di Laura, anzi quest’anno ha voluto addirittura estendere l’iniziativa all’intero Istituto Comprensivo (scuole dell’infanzia, elementari e medie), prima destinata alla sola scuola media, organizzando una vera e propria festa di fine anno scolastico.
Un programma intenso quello di quest’anno, che ha come oggetto la convivenza civile: “intesa come condizione e mezzo fondamentale per la formazione di personalità critiche, autonome, aperte alla conoscenza e al riconoscimento dell’altro, disponibili ad affrontare la realtà, a difendere la propria identità e il proprio benessere, in grado di vivere in modo consapevole i valori della democrazia, trasferendone i principi nella pratica quotidiana ” spiega la prof.ssa Tartuferi e continua “il percorso con alcuni dei ragazzi è iniziato già tre anni fa. Dal lavoro sulle dipendenze, infatti, siamo passati al lavoro sulla gestione dei conflitti per sfociare alla convivenza civile. A partire dall’accettazione di sé stessi, per poter accettare il prossimo fino all’accettazione delle regole che scandiscono le nostre vite, abbiamo approfondito e sviluppato questi temi, usando la creatività, usando l’arte come mezzo per trasmettere e comprendere meglio un messaggio positivo. Visto il successo raccolto nelle scorse edizioni, quest’anno la Dirigente Fonti ha voluto coinvolgere nel progetto tutte le scuole di ordine e grado dell’Istituto. Così, invece di un semplice saggio finale, dedicheremo un’intera giornata alla presentazione dei progetti, dei laboratori artistici e delle scelte educative”.
La festa di fine anno scolastico avrà come titolo “La Fraschetta che vorrei” ed è organizzata per lunedì 10 giugno a partire dalle ore 9,30 e fino a tarda sera, presso il Castello di Marengo.
Gli studenti si cimenteranno in diversi momenti di spettacolo diretti ed organizzati dalle maestre, dai professori e dai coordinatori dei laboratori artistici e didattici.
Nella prima parte della giornata si esibiranno gli alunni delle scuole dell’infanzia e primaria in perfomances canore, alternate da momenti di discussione condotti da rappresentanti del C.I.S.S.A.CA. e dell’A.S.L. riguardanti tematiche di attualità come il fenomeno del bullismo e l’educazione alla salute.
La seconda parte vedrà protagonisti gli allievi della scuola media e si svilupperà in cinque momenti creativi: due laboratori teatrali, un laboratorio musicale, un laboratorio di improvvisazione musicale e un laboratorio di Body Percussion, curati rispettivamente dalla Compagnia Teatrale Stregatti, Daniela Tusa, Gege Picollo e Umberto Ferrarazzo, Luca Serrapiglio, Dado Bargioni e Laura Marinelli.
I laboratori sono stati tutti pianificati, organizzati e coordinati dalla Prof.ssa Laura Tartuferi, che spiega: “I laboratori creativi hanno permesso agli studenti di rielaborare il concetto di convivenza civile attraverso il proprio potenziale artistico, in un clima di condivisione frutto di un confronto costruttivo”.
Nel corso dell’intera giornata saranno proiettati documentari relativi ai percorsi svolti e sarà allestita una mostra degli elaborati realizzati dagli alunni dei tre ordini di scuola durante le attività curriculari, extracurriculari e di laboratorio. I Fraschetta Boys intratterranno il pubblico con giochi di animazione. Sarà possibile, tra l’altro, visitare il Museo di Marengo.
Forte dell’esperienza degli scorsi anni, mi sento di consigliare a scatola chiusa lo spettacolo di lunedì. È un’esperienza rigenerante, e l’entusiasmo che i ragazzi mettono nelle esibizioni è coinvolgente. Insomma esiste un’altra faccia degli adolescenti, quella positiva, in grado di recepire i giusti insegnamenti e di farne un buon uso.
Enrichetta Duse