«Quell’uomo legge nel pensiero e non possiamo rischiare che i segreti dello Stato francese vengano a conoscenza di estranei»
Charles De Gaulle
«Tra le persone a cui rivolgo una preghiera quando sono in difficoltà c’è anche lui…»
Vittorio Messori
«Gustavo Rol è un uomo che Dio ha mandato fra di noi per renderci migliori»
Franco Zeffirelli
Parlare di Gustavo Adolfo Rol può attirare simpatie o antipatie immediate, a seconda di quel che si dice, anche in via dubitativa, di lui. Ancora oggi, a diversi anni dalla morte, è argomento controverso. I suoi esperimenti, le serate interminabili nella sua casa torinese e il suo non volersi sottoporre al test della scienza (o, più modestamente, dei prestigiatori), sono temi che appassionano e coinvolgono. I suoi “discepoli”, mi dicono, riempiono i palasport con periodici raduni in nome del Maestro.
Rol, l’uomo che affascinava i grandi della politica, delle scienze, dello spettacolo e della letteratura, è amato e ricordato anche dal popolo, dalle persone comuni che a Torino lo hanno conosciuto, o che hanno conosciuto altri che a loro volta lo hanno conosciuto. Di Rol si narrano cose miracolose: martelli che attraversavano pareti, scritte che si componevano misteriosamente sui muri, carte che cambiavano visibilmente di valore e seme (questa la raccontava Fellini), e tanto altro ancora.
Il mondo di chi ancora si interessa a questo antiquario torinese è diviso in due: innocentisti o colpevolisti, favorevoli o contrari. Non serve la dimostrazione prestigiatoria dei suoi prodigi, o la testimonianza diretta di chi dice di averlo visto volare.
La domanda su Rol rimane sempre la stessa: vero o falso? Voi che dite?
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