Mentre ad Alessandria crollano pure gli alberi di alto fusto (e con certi tronchi, anche girare con l’elmetto sarebbe precauzione insufficiente), spostiamo l’attenzione per un giorno altrove, ma non troppo lontano. Asl provinciale, per la precisione. Chi ha voglia, può dare un’occhiata al Pdf che alleghiamo, con la dettagliata delibera della Corte dei Conti sul bilancio di esercizio 2010, e analisi del mezzo disastro gestionale.
Chi preferisce la sintesi giornalistica, può leggersela qui.
In entrambi i casi, gli stimoli di riflessione non mancano. In primo luogo sui tempi in cui questi documenti vengono analizzati, e approvati o contestati, dagli organi competenti. Un tempo si diceva: chiudere la stalla, quando i buoi sono scappati. Qui altro che scappati: parlare nel 2013 della situazione 2010, senza formalmente sapere nulla degli anni successivi, è davvero anacronistico, in un mondo che viaggia alla velocità della luce, e in cui gli scenari della finanza pubblica del Paese diventano sempre più drammatici. Davvero non c’è modo di ragionare sui dati, se non a tre anni di distanza? Nel frattempo la situazione è in via di miglioramento, o si continua a precipitare? Bah….
Poi naturalmente ognuno dirà la sua sui contenuti, e scopriremo che noi poveri tapini di finanza nulla capiamo, men che meno di quella pubblica. Che è disciplina arcana, per iniziati, e il “giochino” si è guastato quando tutti hanno cominciato a metterci il naso, altrimenti tutto ancora andrebbe liscio come l’olio. Ribah…con sospiro!
Quel che è sempre più certo è che anche la sanità pubblica, così organizzata ma soprattutto così gestita, non starà in piedi ancora a lungo. E il timore che a pagare il conto siano i soliti noti, ossia coloro che stanno in fondo alla scala sociale, è fortissimo. Ma, al di là delle analisi e delle decisioni della giustizia contabile, cosa possono e intendono fare i cittadini pazienti? Anche troppo pazienti tra l’altro, a voler fare gli spiritosi per forza…no?