Alessandria come Gotham City, ma senza Batman. Questa la tesi del “corto” cinematografico girato dal regista alessandrino Lucio Laugelli, che trovate anche su youtube, e che in 20 minuti tenta la cronaca di un dissesto, attraverso alcune significative testimonianze di protagonisti della vita cittadina. E’ una narrazione molto equilibrata di quanto avvenuto in città negli ultimi anni, e non si cade, diciamolo subito, nella facile identificazione dei buoni e dei cattivi. Non ci sono il Joker e Catwoman insomma, ma il sindaco emerito e quello attuale che fanno le loro (differenti, anzi opposte) analisi della situazione, e poi diversi punti di vista e sguardi prospettici su Alessandria, e sul suo futuro. In cui, certamente, occorre risolvere il problema dell’ente comune, e della sua galassia di partecipate. Ma in cui, soprattutto, occorre far entrare nella testa degli alessandrini che città e ente comune sono due cose diverse, così come lavoro non coincide necessariamente con impiego pubblico. Anzi, coinciderà sempre meno.
Lo ricorda uno degli intervistati nella parte finale del docu-film: Alessandria fu un tempo caserme e ferrovie, più aggiungiamo noi la grande fabbrica Borsalino. Ad un certo punto il parastato (comune, provincia, Als, ospedale ecc) divenne sostitutivo di quei grandi “polmoni” occupazionali. Con conseguenze nefaste sullo spirito di “intrapresa” di tanti alessandrini, più portati alla critica aprioristica che a rimboccarsi le maniche. E con la pericolosa tendenza a diffidare e a guardare con scetticismo chi, in qualsiasi campo, riesca a fare qualcosa di significativo. Probabilmente “fare impresa” sul nostro territorio richiede uno sforzo triplo che in Lombardia, Veneto, Toscana o Emilia, per dire. Solo i liguri (per limitarci all’Italia del nord, naturalmente) hanno un atteggiamento altrettanto “scettico” nei confronti di chi prova a costruirsi un percorso professionale.
Per uscire dalla gabbia del dissesto forse quindi bisogna partire da qui, dalla forma mentis di una comunità, e dei suoi singoli abitanti. Altro che aspettare l’arrivo di Batman o Catwoman, o il miracolo/elemosina dello Stato centrale.
Ps: BatRita porta, naturalmente, l’inconfondibile firma di Molotov, che ringraziamo per i suoi preziosi contributi.