Lo Ius Soli, cioè la cittadinanza italiana concessa automaticamente ai figli di immigrati nati sul suolo nazionale, non può e non deve essere in un momento di grave crisi economica come questo una priorità. Indigna infatti pensare che con tutte le emergenze esistenti nel nostro Paese, con una disoccupazione crescente, che nel caso dei giovani arriva anche al 35%, con le famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese,con gli imprenditori onesti che si suicidano perché non riescono più a lavorare e a far lavorare in quanto soffocati da un regime fiscale ormai insostenibile, ci si arrovelli su battaglie ideologiche e di retroguardia.
Allargare le maglie della cittadinanza significa aprire le frontiere del nostro Paese ad un’ondata incontrollabile di immigrati che graverà in maniera insostenibile sull’intero sistema del Welfare, già in grave crisi a seguito dei drastici tagli subiti. Questo capriccio del PD rischia di costarci molto, molto caro. Noi riteniamo quindi che la cittadinanza facile determinerebbe una situazione estremamente pericolosa dal punto di vista della stabilità sociale determinando inoltre uno stravolgimento della Costituzione. Un prezzo troppo alto per una pura strumentalizzazione politica. Il Governo quindi non deve retrocedere di un millimetro da queste posizioni.
Lo stesso Presidente del Senato Piero Grasso, il cui posizionamento politico non è certo vicino alla Lega Nord, di fatto sconfessando il neo Ministro per l’integrazione Cecile Kyenge ha messo in guardia tutti circa la possibilità che migliaia di partorienti extracomunitarie verrebbero a partorire nel nostro Paese per il solo fatto di far ottenere la cittadinanza italiana ai loro figli. Peraltro l’ordinamento italiano in materia di cittadinanza con la Legge 91/1992, che indica il principio dello ius sanguinis, prevede già delle misure atte a tutelare i bambini nati sul territorio nazionale,qualora ricorrano particolari condizioni. L’immigrato in regola ha tutti i diritti degli altri cittadini eccetto ovviamente il diritto al voto, un diritto non irrilevante. Concedere alla fine il voto,allargare la base elettorale, perché in ultima analisi questo è il fine della proposta sulla cittadinanza facile, fare in sostanza marketing politico, non accelererà l’integrazione e nemmeno la favorirà.
Il Consiglio di Stato, non un movimento politico, nel 2004 ha posto una serie di cautele circa l’effettiva attribuzione dell’elettorato attivo e passivo agli extracomunitari sottolineando la necessità di criteri il più possibile rigorosi,con la presenza di una ottimale volontà di integrazione e di adattamento agli usi e costumi dei Paesi ospitanti. Ecco perchè per tutelare la nostra identità occorre guardare al fatto che la cittadinanza deve rappresentare il coronamento di un percorso di integrazione. Il problema è a monte ed è quello del rispetto delle regole fin da subito mediante, come dicevo, un percorso di inserimento positivo nella comunità di accoglienza,cosa che oggi avviene senza presidi.
Oltre lo ius soli la Lega ritiene ci sia ben altro di molto più importante che tocca da vicino il Paese e la comunità alessandrina in particolare; su questi problemi occorre lavorare per dare risposte concrete e concentrare tutti i nostri sforzi per tutelare le famiglie, i lavoratori, le nostre imprese che sono ormai sull’orlo del baratro.
Roberto Sarti
Capogruppo Lega Nord Comune di Alessandria