Trasporto pubblico locale: ko imminente? [Controvento]

Trasporto pubblico localedi Ettore Grassano.

Ragazzi, e anziani. Saranno loro le categorie più danneggiate dal ko del trasporto pubblico locale, annunciato da tempo, e arrivato ora a quanto pare ad un punto di non ritorno.

Intendiamoci: non che fino ad oggi spostarsi in corriera, bus o treno all’interno della provincia fosse agevole e confortevole. Il servizio è mediamente modesto da tempo immemore, e per tante buone (e cattive) ragioni, che vanno dalla sproporzione tra introiti e ricavi, a qualche caso di mala gestio, o comunque di lassismo e di “chissefrega, tanto alla fine paga  la mano pubblica”. Ora, appunto, la mano pubblica pare proprio abbia risorse ridotte al lumicino, ed erogate col contagocce. Per cui, in fin dei conti, a pagare il conto (salato) della crisi del comparto saranno le categorie più deboli, e che meno possono far ricorso ad alternative, ossia al trasporto privato. Oltre, naturalmente, ai malcapitati lavoratori delle aziende del comparto.

il provveditore agli Studi di Alessandria, Antonino Meduri e il presidente della Consulta provinciale degli studenti di Alessandria, Andrea Facciolo, hanno giocato anche la carta della lettera alle autorità: da Napolitano al ministro della pubblica istruzione, ai vari parlamentari e politici regionali. E naturalmente auguriamo loro di ottenere l’attenzione che cercano. Ma è evidente che, a livello nazionale e locale, stiamo assistendo, e sempre più assisteremo, ad una triste guerra tra poveri, o della coperta corta.

Se l’economia va in tilt, e conseguentemente le risorse pubbliche in arrivo dagli oneri fiscali diminuiscono, è impensabile che possa essere conservata una serie di servizi che fino a ieri tutti noi consideravamo essenziali, e che certo oggi non cessano di essere meno necessari. Sotto la lente ora c’è il trasporto pubblico, ma in pericolo c’è tutto il sistema del welfare pubblico: dalla sanità all’istruzione, che sono due pilastri irrinunciabili per una comunità che voglia scommettere sul futuro. Senza contare che presto (non vedo come possa andare diversamente) ci ritroveremo a discutere non delle pensioni future, ma di quelle erogate già oggi, e su cui si basa il benessere o comunque la serenità di buona parte della società italiana.

L’impressione è che anche il trasporto locale, come molte altre questioni, vada inquadrato a monte: il governo Letta non può pensare di scaricare sul sistema delle autonomie locali una serie di drammatiche “patate bollenti”, senza dare indirizzi chiari sul da farsi, a partire dall’individuazione delle risorse, o comunque da indicazioni chiare su responsabilità e tagli.

L’impressione è che sia sia solo all’inizio del “travaglio”: e che ci attenda un autunno assai più pesante di quanto ci venga raccontato. Ma dov’è finito quel tale che, l’anno scorso di questi tempi, parlava di prossima uscita dal tunnel della crisi? Promosso senatore a vita mi dicono: e ora pare si sia liberato un altro posto, che ha già un aspirante illustre.