Più di 4.000 mila firme di cittadini raccolte in provincia, per dire “no”, a gran voce, alla liberalizzazione selvaggia delle aperture commerciali. E non poca attesa per i provvedimenti del nuovo esecutivo Letta, “perché senza speranza, e senza interventi urgenti, il commercio rischia davvero il default”. Ma anche la richiesta al comune di Alessandria di intervenire attivamente “per evitare scempi nel cuore della città, come quel palazzo abbandonato in pieno Corso Roma: di chi è, e perché non si interviene a tutela del decoro cittadino?”. Manuela Ulandi, presidente di Confeserenti per la zona di Alessandria, è determinata e combattiva: “dobbiamo farci sentire, a tutti i livelli: la nostra città va sotto i riflettori solo per difendere il lavoro negli enti locali. Ma il resto dell’economia sta morendo, nell’indifferenza generale”.
Dottoressa Ulandi, la campagna Libera la domenica è stato un indubbio successo: ma adesso che succede?
L’adesione alla nostra iniziativa è andata in effetti oltre le previsioni: l’obiettivo minimo era arrivare alle 50 mila firme necessarie per presentare una proposta di legge ad iniziativa popolare, ma siamo andati ben oltre: avremo i dati ufficiali in queste ore, ma già sappiamo che siamo oltre le 110 mila, di cui più di 4 mila solo nella nostra provincia. Dove, me lo lasci sottolineare, abbiamo avuto una collaborazione straordinaria da parte di tutti i vescovi, a testimonianza di quanto la Cei abbiamo compreso la dimensione, economica ma soprattutto sociale, del problema. Ora procederemo sollecitando il nuovo governo Letta ad intervenire a proposito. Chiediamo che il decreto sulle liberalizzazioni selvagge sia abrogato, e che soprattutto si torni a legiferare sul tema ascoltando le esigenze delle parti in causa: vogliamo poter dire la nostra insomma, e far capire a chi deve legiferare, ossia il Parlamento, come stanno davvero le cose.
E come stanno? In verità in giro c’è anche tanta gente che a far la spesa la domenica ci ha preso gusto…
Bella scoperta: ma allora perché non teniamo aperti la domenica anche gli uffici pubblici, o quelli di tutti gli altri settori? Anche a me, è evidente, piacerebbe passare all’Inps la domenica mattina, mentre porto a passeggio il cane: magari per farmi la coda e ritirare il modello Cud dei pensionati della mia famiglia, che neanche più viene recapito a casa. No, questa liberalizzazione a senso unico, realizzata solo sulla pelle dei commercianti, è un’ignominia che va cancellata. Oltre tutto, fosse servita a far crescere i consumi, rimarrebbe una bruttura, ma un traguardo lo avrebbe raggiunto….
Invece come vanno le cose?
Sempre peggio, e non solo per il commercio tradizionale, che è quello che naturalmente noi rappresentiamo. Anche la grande distribuzione è in forte difficoltà, e chi va a fare la spesa la domenica semplicemente non ci va più durante la settimana. Il risultato finale quindi è semplicemente che gli addetti che lavorano, spesso con contratti capestro, in quelle grandi strutture fanno i salti mortali, a discapito della loro vita privata. E al contempo penalizzano enormemente tutto il comparto del commercio tradizionale. Ma vogliamo capirlo o no che Alessandria non è Taormina, e neanche Rimini? Solo restituendo potere di valutazione, discrezione e decisione alle autorità pubbliche territoriali potremo arrivare a calibrare un’offerta che tenga conto della domanda, ma anche dei diritti dei lavoratori. Purtroppo da noi sembra che esistano soltanto i dipendenti comunali: che hanno i loro enormi problemi, e giustamente si fanno sentire. Ma tutti gli altri? Possibile che chi lavora nel privato, come autonomo o come dipendente, debba proprio contare meno di zero?
Dottoressa Ulandi, c’è qualche numero, su scala provinciale, su cui ragionare?
Certo che ci sono i numeri, e sono drammatici. Negli ultimi dieci anni abbiamo perso, nel commercio tradizionale, 12 mila posti di lavoro, e le attività sono scese da 11 mila a 7 mila. E purtroppo i dati relativi al primo trimestre di quest’anno confermano la discesa: abbiamo perso un altro 2% di negozi, rispetto al primo trimestre del 2012. E’ una vera Waterloo, a cui ci si può opporre soltanto con una politica di sistema. Per difendere e rilanciare un comparto essenziale della nostra economia, ma anche perché esistono ricadute sociali che riguardano tutta la comunità. Alessandria, oltre ad essere una città purtroppo sempre più sporca (e anche qui forse sarebbe il caso che il comune intervenisse con decisione su chi deve o dovrebbe occuparsene), in molte vie sembra ormai quasi abbandonata, tanti sono gli esercizi commerciali che hanno chiuso o stanno chiudendo, perché non ce la fanno più, e lavorano in perdita. E purtroppo altrove non va gran che meglio: Casale piange, Valenza non ha più lacrime, e così via. Vogliamo davvero trasformare le nostre città in terre di nessuno, aree dormitorio e nulla più?
A proposito di abbandono: persino corso Roma, un tempo culla e salotto di Alessandria, appare un trionfo di “vendesi” e “affittasi”…
Non solo: c’è nel bel mezzo della via centrale un grande edificio abbandonato e fatiscente. Di chi è? Perché il comune non interviene, con gli strumenti in suo potere, a tutela del decoro pubblico? Consentire a proprietari, non importa se pubblici o privati, un tale livello di incuria è un pessimo segnale per tutti i contribuenti che pagano le tasse, e avrebbero diritto di vivere in una città quanto meno decorosa.
A Palazzo Rosso la delega al Commercio è ora affidata all’assessore Barrera: vi siete già incontrate?
Sì, come associazioni di categorie abbiamo incontrato l’assessore poco dopo il suo insediamento, e abbiamo evidenziato una serie di richieste, ed emergenze. Tra queste, abbiamo segnalato la nostra contrarietà assoluta in merito all’insediamento di un nuovo, grande centro commerciale nell’area dell’ex zuccherificio. Per il centro storico alessandrino sarebbe la “mazzata” finale. Marica Barrera è certamente persona attenta e preparata: confidiamo di poter trovare in lei un interlocutore concreto.
Avete affrontato anche il tema Ztl e parcheggi?
Sul tema la nostra posizione è nota, e il presidente provinciale di Confesercenti Sergio Guglielmero ha più volte sollevato la questione. La ztl esistente sarebbe sufficiente: basterebbe farla funzionare davvero, applicarla. E quanto ai parcheggi, è chiaro che un aumento dei posti auto non soggetti a tariffazione aumenterebbe molto. Si è più volte ribadito che sarebbe opportuno rendere free almeno le due ore a cavallo della pausa pranzo, ma stiamo ancora aspettando. Così come rendere gratuito il parcheggio di piazza Garibaldi il sabato pomeriggio potrebbe essere un altro incentivo a frequentare il centro cittadino.
Presidente Ulandi, parliamo di eventi promozionali. FloreAle come è andato?
Molto bene, e stiamo già lavorando su diversi prossimi appuntamenti: Borgo Rovereto, la notte bianca del Cristo, i Centauri, il capodanno alessandrino, la fiera del biscotto e del cioccolato, e qualche altra sorpresa. L’obiettivo è quello di generare un’onda positiva, e attrattiva. Alessandria deve sapersi aprire, ed essere accogliente con chi arriva da fuori, attirando visitatori anche da altri territori. Chi arriva in città attratto da un evento, o da una manifestazione, non solo porta ricadute economiche immediate, ma spesso torna, se ne conserva un’impressione positiva.
Ettore Grassano