Ma dove vogliono arrivare i Moderati? Prima la richiesta di maggior considerazione in giunta e nelle partecipate per i propri amministratori, e la velata accusa (sia pur con toni volutamente soft) a Rita Rossa di aver costituito, anche attraverso il rimpasto, una sorta di “cerchietto magico”. Insomma, una logica da figli e figliastri che cozzerebbe con la necessità di assoluta coesione, tanto più necessaria in questa fase particolarmente delicata per il futuro dell’ente, e della maggioranza di centro sinistra. Poi, qualche giorno fa, il “caso Zaccone”, che ha immediatamente scatenato, fra gli addetti ai lavori, il tam tam delle ipotesi, e delle dietrologie. Un fatto è certo: a Palazzo Rosso l’uomo del giorno è Cesare Miraglia, segretario provinciale e storico leader dei Moderati. Abituato al “basso profilo”, Miraglia (che è anche assessore provinciale al Lavoro) non si sottrae però ad alcuni chiarimenti, e ne approfitta per mettere a segno qualche altra “frecciatina”.
Assessore, cosa succede ai Moderati? Qualcuno dice che vi siete messi a fare i Grillini, e che siete ormai i bastian contrari della maggioranza di Palazzo Rosso. Ci spiega cosa c’è dietro?
(sorride, ndr) Mi creda: dietro non c’è nulla, perché noi abbiamo fatto sempre tutto alla luce del sole, per dare voce alle esigenze dei cittadini. I Grillini, se mi lascia fare una battuta, forse li abbiamo spenti, più che imitati. Nel senso che davvero i Moderati hanno un gruppo di amministratori preparati, da Falleti a Malagrino, da Marchelli a Cermelli solo per citare i più visibili, che stanno sul pezzo, studiano gli atti, analizzano le delibere, e quando è il caso prendono posizione, se si rendono conto che ci sono situazioni critiche, o dubbie.
Però, Miraglia, il vostro attacco alla figura del ragioniere capo Antonello Zaccone ha davvero preso molti in contropiede: perché ora, dopo un anno di percorso? E cosa c’è davvero che non va nel suo operato, dal vostro punto di vista?
Mi faccia chiarire: noi siamo, da Torino in giù, un alleato fedele e trasparente del Pd, e un elemento determinante delle amministrazioni di centro sinistra. A Rita Rossa io l’ho detto in partenza, un anno fa, e lo ribadisco: “ti abbiamo sposata, e a noi Moderati i divorzi non piacciono”. Quindi può stare tranquilla: la sosteniamo, e la sosterremo. Tuttavia….
Ecco: veniamo al dunque….
Non abbiamo assolutamente nulla contro Zaccone come persona. E, pur avendo manifestato sin dall’inizio qualche perplessità sul ruolo assegnatogli, abbiamo prima atteso, con prudenza e da veri moderati, per capire quali fossero le reali intenzioni del sindaco, e del Pd. Ma ora è venuto il tempo di chiarirci davvero. E la questione è semplice: come può una persona che ha condiviso pienamente (come dirigente e come assessore) la linea dell’amministrazione Fabbio, diventare anche uno dei tasselli fondamentali del progetto amministrativo del centro sinistra, che deve porre rimedio ai disastri generati nel quinquennio precedente? E’ un problema proprio di impostazione mentale: se tu vedi le cose in un certo modo, e in un certo modo hai contribuito ad impostarle, come fai poi a sostenere posizioni amministrative e gestionali opposte?
Insomma, secondo voi Zaccone se ne deve andare?
Secondo noi deve fare una riflessione trasparente: tra l’altro è una persona seria, questo nessuno lo mette in discussione. Ma come puoi far parte della squadra che ha sfasciato Alessandria, e poi di quella che deve ricostruirla? Le soluzioni volendo si trovano. E a noi sta fare delle valutazioni politiche: il resto poi compete ad altri.
Ma i Moderati hanno “ricucito” i rapporti con il sindaco e la maggioranza? L’impressione è che vi sentiate marginali….
Il chiarimento in parte c’è stato, e in parte è in corso. E, ancora una volta, non si tratta di questioni personali, con Rita Rossa o con altri, ma politiche. Altro che marginali: ci sono lì i fatti ad evidenziare che i nostri amministratori e consiglieri, in comune come nelle partecipate, sono non solo sempre presenti, ma attivi e attenti. Studiamo le carte, gli atti, le delibere, e quando rileviamo incongruenze di qualche tipo le segnaliamo, e se necessario puntiamo i piedi. A volte si tratta di questioni tecniche interne, che neppure emergono sui media, ed è giusto così. Ma insomma se il Ministero ci ha chiesto chiarimenti su 26 punti chiediamoci perché: non vogliamo fare la parte del “noi l’avevamo detto”. Però davvero spesso è così. Ed è vero che siamo stufi di percepire un clima da figli e figliastri. Per questo ci siamo fatti sentire: ma, ribadisco, sempre garantendo la nostra lealtà alla coalizione.
Miraglia, Alessandria qualche giorno fa da Santoro è stata abbinata a Rosarno, comune in provincia di Reggio Calabria. Molti alessandrini hanno mal digerito l’accostamento…
E vorrei vedere. Ma scusi, ma lei davvero vede in città file di accattoni, e una povertà diffusa? Ma lo sa che siamo uno dei territori con maggior risparmio privato d’Italia? Questa tendenza al piagnisteo deve finire, che diamine! Questo è un territorio che, nonostante la crisi e il dissesto del comune, ha fior di aziende, che primeggiano nel mondo in tanti settori. Che servizio gli facciamo, vendendo un’immagine di città in disarmo? E pensi ai tanti giovani alessandrini che studiano e lavorano in giro per l’Italia, e nel mondo: si sentono costantemente accostati ad un’immagine di disperazione che è completamente artificiale….
Rita Rossa sbaglia strategia di comunicazione?
(sorride, ndr) Ah, qui mi fermo davvero: io parlo per me, e per i Moderati. Il resto lo chieda ad altri.
Parliamo di Palazzo Ghilini allora: il premier Letta ha fatto affermazioni nette sulla chiusura delle Province: state sbaraccando?
Stiamo, prima di tutto, facendo il possibile per tenere in piedi l’ente e i servizi che eroga, in condizioni terribili che tutti conoscono. Le risorse sono state dimezzate, su tutti i fronti: le cito la formazione professionale, che rientra nelle mie competenze, e che è agonizzante perché ci hanno chiuso i rubinetti. Ma i trasporti, per dire, sono nelle stesse condizioni, e organizzeremo per i prossimi giorni una marcia su Torino, portando tutti i sindaci in Regione. Che altro possiamo fare? Sarebbe più facile e comodo dimetterci in massa, e salutare. Per senso di responsabilità stiamo resistendo, e peggio di noi stanno i lavoratori dell’ente, che sono molto preoccupati per il loro futuro. Ma lo sa che noi amministratori ci siamo dovuti pagare un’assicurazione privata per i rischi da danno erariale? Perché qui ormai è così: da un lato ti impongono di arrangiarti, togliendoti risorse e senza dirti come fare. Dall’altro magari a posteriori poi ti contestano certe scelte di sopravvivenza.
Miraglia, chiudiamo con uno sguardo alle comunali del 2014: si voterà tra gli altri comuni anche a Novi, Ovada, Casale Monferrato. Piazze importanti, in cui i Moderati si giocano molto…
Noi vogliamo essere ancora protagonisti, e come sempre punteremo solo sul dialogo diretto con i cittadini: che sanno capire benissimo quali amministratori si impegnano davvero, e incidono. Le dirò di più: i Moderati sono ormai maturi e radicati per puntare ad avere un candidato sindaco in almeno uno dei tre comuni che lei ha citato.
Ettore Grassano
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