Nuovo governo: per Alessandria cosa cambia? [Controvento]

Berlusconi Lettadi Ettore Grassano.

Maggio, mese di progetti e di speranza? Archiviata con mestizia la festa del lavoro (che non c’è), proviamo a capire come, concretamente, il nuovo esecutivo (Berlusconi-Letta, se ci consentite la semplificazione) potrebbe condizionare le sorti del nostro territorio, e in che direzione.

Va da sè che, prima di tutto, un’area martoriata come la nostra, sul fronte occupazionale e della contrazione dei consumi, dovrà fare i conti con gli (eventuali: vedere prima di credere) provvedimenti sul fronte Imu, Tares, pagamenti degli arretrati alle imprese. Se non si ridà fiato davvero al lavoro produttivo, insomma, tutto il resto è arrampicarsi sugli specchi.

Però, si sa, a fare maggiormente audience sono sempre e comunque le sorti della minoranza rumorosa, e sindacalmente assai ben rappresentata, dell’impiego pubblico locale.
E, a dire il vero, Palazzo Rosso e Palazzo Ghilini motivi per tenere il fiato sospeso sembrano averne parecchi. Forse anche più di un mese fa.

L’agenda del comune di Alessandria (e partecipate) e della Provincia presenta infatti una serie di punti interrogativi che sono ormai autentiche emergenze.

Sul fronte municipale, è chiaro che il sindaco Rossa non potrà continuare a lungo a ricorrereComune Alessandria 3 a provvedimenti d’urgenza (alias anticipi di cassa) per pagare gli stipendi dei dipendenti del Palazzo, e delle partecipate. E, come cittadini, prima o poi vorremmo tra l’altro vedere una corrispondenza più o meno accettabile tra costi dei servizi comunali e loro qualità: oggi non è evidentemente così.

Ma la nomina del nuovo esecutivo cosa determina?
La promessa del tavolo interministeriale (si disse che sarebbe stato immediato…) per inquadrare la “questione Alessandria”, e predisporre eventuali strumenti ad hoc con cui affrontarla, che fine farà, ora che al dicastero dell’Interno si è insediato Alfano, al posto della Cancellieri “trasferita” ad occuparsi di Giustizia?

Tutto procederà con la dovuta urgenza, e concretezza, o potrebbero esserci intoppi?

Lo sapremo già probabilmente nelle prossime ore, mentre per stasera è preannunciato un nuovo “passaggio tv” da Santoro per Rita Rossa. Che grazie ad un utilizzo intensivo della leva mediatica nazionale non è (almeno per ora) diventata ministro, ma certamente ha contribuito
a portare alla ribalta i problemi dell’ente. Se questo basterà a risolverli, lo vedremo. Intanto, il sindaco si prepari stasera a sentirti chiedere le solite, trite banalità sull’attentatore di Predosa. Ergo “alessandrino”. in tv, si sa, l’audience viene prima di tutto.

E la Provincia? Diversi amministratori di Palazzo Ghilini in queste ore stanno masticandoPalazzo Ghilini amaro. E’ vero che tutti, e da tempo, si dichiarano pronti a “lasciare” a fine mandato, senza ambizioni personali. Ma, soprattutto nel centro sinistra, si era scommesso pesantemente sulla carta accorpamento (con Asti, nello specifico), ritenuta procedura più efficace e, in fin dei conti, anche meno costosa dell’azzeramento.

Senza contare che il Pd ha fatto, per anni, del potenziamento delle autonomie locali uno dei suoi cavalli di battaglia (magari “inseguendo” un po’ le istanze leghiste). Per cui oggi “rimangiarsi tutto” non pare propriamente una vittoria. E i dipendenti? Quelli più anziani confidano in uno “scivolo”, che li accompagni alla pensione. Gli altri guardano al futuro con un po’ di apprensione: ridistribuire le deleghe (a partire dalla viabilità e manutenzione strade e dall’edilizia scolastica) alla regione Piemonte e ai comuni significa che tutti saranno “ricollocati”? Non è per niente chiaro, e c’è chi è pronto a giurare il contrario….