Un vero colpo di reni verso il futuro: che vuol dire, molto concretamente, progettualità e servizi rivolti all’intera “filiera” del settore. Il distretto casalese del ‘freddo’ rilancia, con obiettivi ambiziosi: diventare il polo di riferimento del settore non soltanto a livello italiano, ma di Unione Europea. “Anche perché – sottolinea Marco Buoni, direttore tecnico del Centro Studi Galileo ma anche vice presidente di Area, l’associazione europea degli operatori del mondo della refrigerazione – ormai le normative sono tutte internazionali, ed esistono standard mondiali ai quali è necessario adeguarsi”.
Tutto nacque (e parliamo di anni Ottanta) dall’emergere della problematica del buco nell’ozono, che si trasformò in battaglie politiche e legislative internazionali, e in una serie di protocolli ambientali (da Montreal a Kyoto) relativi alle emissioni di anidride carbonica, e al consumo energetico. “Al nostro settore – conferma Buoni – è stata certamente imposta una forte trasformazione, che ha comportato cambiamenti sostanziali sul fronte della ricerca, e della produzione. E naturalmente il processo è in divenire, poiché l’Europa ha intenzione, in questa partita, di giocare un ruolo di traino”.
Il che ha significato in questi anni, per i player del comparto del freddo, far fronte alle esigenze di un mercato che richiedeva e richiede impianti di refrigerazione, condizionamento e calore che rispondano a criteri del tutto nuovi, in un contesto peraltro di crisi economica che certamente condiziona, e non in positivo.
A Casale e dintorni, in particolare, il distretto del freddo è, storicamente, una delle colonne dell’economia locale, con un mercato di riferimento sia nazionale che internazionale. “Abbiamo una decina di aziende di dimensioni significative – spiega Federico Riboldi, che si occupa delle relazioni esterne del Centro Studi Galileo, ma è anche giovane assessore della giunta di centro destra guidata dal sindaco Demezzi -, e almeno altre 15 che si muovono nell’indotto: il che significa complessivamente dai 4 ai 5 mila addetti, inclusi naturalmente gli installatori, ai quali il nostro Centro Studi offre una serie di strumenti di aggiornamento e specializzazione”.
Il Centro Studi Galileo ha sede in un palazzo d’epoca in una via limitrofa a piazza Castello, nel cuore di Casale Monferrato, ed è una società privata che opera con diverse sedi in tutta Italia, specializzata in percorsi di formazione per il comparto del freddo. “Operiamo in Veneto – spiega Riboldi – dove il comparto è ben insediato e ramificato, ma anche un po’ in tutte le altre regioni d’Italia. E davvero da nessuna altra parte esiste, come a Casale, un distretto così omogeneo, con un numero di aziende altamente specializzate concentrate in sostanza in un’area di pochi chilometri quadrati. Un valore aggiunto su cui il territorio deve saper puntare, per il proprio rilancio”.
Nasce così il progetto Casale capitale del freddo, il cui sito Internet spiega con chiarezza mission e obiettivi. “Il Centro Studi Galileo e l’agenzia di sviluppo LaMoRo – precisa Marco Buoni – hanno messo a punto un documento preliminare, che è stato a suo tempo condiviso con tutti gli operatori del settore del nostro territorio, e con le istituzioni. L’obiettivo è dare al distretto del freddo di Casale una centralità europea, creando un centro di formazione e ricerca, e anche un centro di riciclaggio e un centro di servizi per le imprese, per ospitare in sostanza tutta la filiera completa”.
Il tutto, naturalmente, con una forte attenzione a quanto accade in Europa, e un costante “monitoraggio” dell’evoluzione normativa del comparto a Bruxelles (agevolata dalla presenza dell’europarlamentare alessandrino Tino Rossi, che fa parte del comitato Ambiente).
Ma quali sono gli obiettivi del futuro centro di ricerca, e dove sorgerà? “Il Centro – sottolinea Marco Buoni – si prefigge di creare sinergia tra gli operatori del settore della refrigerazione, condizionamento e pompe di calore (energie rinnovabili). Farli incontrare, confrontare, perché facciano squadra davvero, e possano affrontare il mercato dotati di un surplus di competenze, che si trasformano naturalmente in vantaggio competitivo”.
Perché una cosa è chiara: se le aziende casalesi intendono avere, in futuro, un ruolo centrale nel comparto, devono puntare su competente sempre più “affinate”, nella consapevolezza che i prodotto a basso valore aggiunto saranno sempre più “appannaggio” dell’estremo oriente.
“Qui occorre pertanto – ribadisce Buoni – puntare sulla ricerca di nuove tecnologie, e su innovazioni di carattere scientifico che possano creare prodotti ad alta efficienza energetica e a basso impatto ambientale, come richiesto sempre più, peraltro, dalle normative internazionali”. Bisogna che il casalese, insomma, diventi sempre più la sede di una serie di aziende di alta gamma, in cui il valore aggiunto non è il basso costo dei prodotti, ma la loro qualità. Ma le imprese del comparto capiranno l’esigenza e l’importanza di “fare squadra”, o c’è il rischio che, come in altri settori, finisca col prevalere l’individualismo, e la tendenza all’individualismo? “In realtà al progetto – sottolinea Federico Riboldi – hanno già aderito alcune aziende di rilievo (Sandenvendo Europe Spa, Iarp Srl, Cold Car Spa, Mondial Group Srl), e tutte le altre stanno valutando l’iniziativa in maniera fortemente positiva: credo proprio che tutti abbiano ben chiaro che trasformare Casale nella vera capitale del freddo comporterà benefici importanti per tutte le imprese del settore. E naturalmente per tutto il territorio: questa può essere una straordinaria leva per il rilancio della città”. Non solo: pare che una importante realtà francese stia valutando concretamente l’opportunità non solo di aderire al progetto del centro di ricerca, ma aprendo nel casalese, a breve, la propria filiale italiana. Insomma, il distretto casalese del Freddo ha grandi potenzialità “attrattive”, che deve saper sfruttare al meglio.
Il centro di ricerca dovrebbe essere collocato in un luogo simbolo di Casale: il Castello delMonferrato.
“L’amministrazione comunale – conclude Riboldi – ha messo a disposizione l’ala ovest del cortile occidentale, e intende impegnarsi affinché il Centro di formazione e ricerca del freddo possa diventare un polo attrattivo per l’intero territorio. C’è qualche rallentamento, causato dal mancato trasferimento di risorse regionali, ma speriamo che spesso tutto possa volgere al meglio: è davvero un’opportunità che non dobbiamo sprecare”.
Ettore Grassano