Intervenire subito, e bene, per aiutare la ripartenza del mercato. Lunedì scorso, 29 aprile, a Santo Stefano Belbo si è tenuta l’annuale assemblea dell’AssoMoscato a cui hanno partecipato numerosi produttori.
Nella sua relazione il presidente, Giovanni Satragno, ha sottolineato il successo ottenuto nel procedimento processuale che ha contrapposto i produttori di moscato al Ministero per le Politiche Agricole e che di fatto ha sancito la revoca all’allargamento della zona di produzione del Moscato al comune di Asti, evidenziando l’apprezzamento per il fattivo contributo che Dino Scanavino, vice presidente nazionale vicario della Cia, ha dato per il raggiungimento del risultato.
Nella sua relazione Satragno ha affermato che lo scenario per il prossimo futuro non si presenta tra i migliori: nel 2011 sono state vendute 107milioni di bottiglie, calate a 92milioni di bottiglie nel 2012 con una previsione per il 2013 che attesta le vendite intorno agli 85milioni di bottiglie.
Tra gli interventi citiamo quello di Giovanni Bosco che nel rimarcare le difficoltà che si stanno vivendo in questo periodo ha lanciato la proposta di produrre il “Moscato d’Asti Spumante”.
“Le difficoltà nella commercializzazione – ha evidenziato Carlo Ricagni, presidente provinciale della Cia di Alessandria – devono essere affrontate per tempo mentre la proposta Bosco, che si ritiene interessante, deve essere ben valutata e ragionata”:
Ricagni nel suo intervento ha confermato la posizione della Cia favorevole alla proposta del presidente Satragno nel richiedere all’assessore regionale Claudio Sacchetto una rapida riapertura della Paritetica del Moscato.