Quanta retorica, nazionale e locale, sul povero digraziato che ha sparato domenica ai carabinieri davanti a Palazzo Chigi, sede del Governo. Ovviamente costui dovrà rispondere pienamente del grave gesto, ma resta un disgraziato, e attorno gli hanno costruito, come sempre, un po’ troppa fuffa. Predosa è stata presa d’assalto dai cronisti delle tv e dei giornali, e Alessandria ancora una volta è finita sotto i riflettori in negativo: “se non son sassi, è dissesto o giustitizieri fuori di testa”, ci lamentiamo. Ma proviamo a chiederci, semmai, perché non finiamo mai nelle cronache nazionali per qualche bella eccellenza, per ricorrere ad un termine abusato. Che dite?
Invece no, giochiamo di rimessa, e ci limitiamo a rimarcare che trattasi di calabrese: giacché un piemontese doc giammai farebbe un gesto tanto folle. Il piemontese doc porta il giogo e tace, per definizione.
Ma la retorica peggiore si è scatenata sul consigliere comunale torinese del movimento 5 Stelle, Vittorio Bertola. Reo di aver scritto su facebook una verità sacrosanta, ossia:
Il vero problema non è che qualcuno, magari uno squilibrato, vada davanti a Palazzo Chigi e spari durante il giuramento del governo. Il vero problema è che in questo momento, ne sono assolutamente certo, ci sono alcuni milioni di italiani che pensano “peccato che non abbia fatto secco almeno un ministro”.
Dove sia l’istigazione alla violenza, ditemelo voi. Semmai c’è la constatazione di una reazione popolare vera, reale. Lo sto verificando io stesso, da ieri pomeriggio, chiacchierando in giro, e ascoltando i commenti. “I carabinieri non c’entrano nulla, doveva sparare ai politici”, è il pensiero di milioni di italiani. Che, badate bene, era la stessa cosa che si diceva nei bar ai tempi delle Brigate Rosse, almeno fino al caso Moro (marzo 1978). Ma anche allora, come oggi, il potere si nascondeva dietro la retorica di regime, e si illudeva di potere negare la realtà, semplicemente mistificandola.
Oggi, naturalmente, non esiste nessuna possibilità di rivoluzione armata, semplicemente perché nessuno sa immaginare, in realtà, un modello alternativo di società, rispetto a quella attuale. Però la possibilità di un moltiplicarsi di gesti individuali disperati esiste, eccome. Anzi, è già nelle cronache quotidiane: basta saperle leggere con attenzione.