Edicole alessandrine: arriva “la tassa sulla spigolatura”

Spett.le Redazione,

Alessandria nel toccare il fondo è riuscita ad  imitare una tassa antica detta: “la tassa sulla spigolatura”  che in questo tempo moderno  potrebbe essere equiparata alla news pubblicata lunedì 22 su un organo locale di informazione: “ Tassa occupazione suolo pubblico porta-locandine  nelle edicole ” … se era il 1° aprile avrei pensato ad uno scherzo.

Alle edicole la Legge sulle liberalizzazioni  ha già fatto danni non da poco. Con tale Legge buttata là ma mai valutata se produceva vantaggi o sperequazioni, da tempo i giornali li vendono anche i grandi supermercati dove chi va a fare la spesa, se gli occorre, si legge tutto ciò che può interessare, dal quotidiano alla rivista per poi non acquistare e a rimetterci sono in tre: l’edicolante, il supermercato e l’editore perché una buona parte di quotidiani  etc. vanno al macero.   Al contrario in due ci guadagnano: chi si occupa dello smaltimento nella filiera della carta e chi legge  a “bafela” i giornali.  Da tempo i  giornali si leggono  gratis  al bar, dal parrucchiere, persino dal fornaio togliendo quel poco guadagno che gli edicolanti hanno di margine. Chi fa il mestiere di edicolante soprattutto in un chiosco, conduce una vita grama, alle 06 è già in edicola, freddo in inverno, caldo in estate, rischio personale in certe ore poco frequentate, la crisi economica che sta colpendo anche loro e giacchè  siamo in dissesto, qualcuno in Comune ha “liberato” quei “pochi” vigili urbani a controllare se l’edicolante paga mezzo metro quadro di plateatico nonostante potrebbero essere impegnati in  altri controlli più urgenti.

Eggià, la tassa sul plateatico, una tassa feudale ancora in vigore come molte altre che andrebbero riviste o eliminate! Dopo l’antica “tassa sul focolare” (IMU) di Monti che in Alessandria ha superato percentuali  da strozzini, ora passiamo alla “tassa sulla spigolatura” colpendo le edicole alessandrine,  ma  temo che non abbiamo ancora visto tutto; potremmo ancora subire la “tassa sugli scarichi dello sciacquone”, guai soffrire di dissenteria e  temo l’arrivo di nuove tasse: la “tassa dei rami secchi o sulla vecchiaia” e  la  “tassa sulla povertà”.  In questo paese e in questa città  non abbiamo ancora visto tutto.

Graziella Zaccone  – Alessandria