In una città che per fortuna non è solo dissesto e macerie, ma anche fucina di talenti che spaziano dal teatro, alla musica, alla pittura e ad altre forme d’arte, c’è una compagnia teatrale che ha così tante peculiarità, e un tale iper attivismo culturale, da meritare un serio approfondimento. E allora, proviamo ad accendere i riflettori, e a “raccontarli” a tutto tondo.
Chi sono gli Stregatti?
“Innanzi tutto siamo una squadra di professionisti- afferma Giusy Barone – con ruoli e compiti ben definiti che tengono in considerazione delle inclinazioni di ognuno di noi. Gianluca Ghnò è il nostro direttore artistico e regista, mentre ognuno di noi si è specializzato in un determinato settore in modo da avere all’interno della compagnia diverse competenze”.
Un percorso lungo il loro: hanno iniziato la loro esperienza come associazione culturale per poi diventare una compagnia professionale a tutti gli effetti, fino addirittura a decidere di aprire una società – Pianeta Marte s.n.c. – che si occupa di eventi di arte in senso commerciale. Pianeta Marte comprende diversi settori: Music Art Theatre Experiments, che, partendo dalla didattica, distribuisce le competenze in maniera omogenea tra gli attori del gruppo: dell’Educational Music, infatti, se ne occupa Laura Tartuferi, nota cantante, mentre l’Educational Art è affidato a Giusy Barone, che ha avuto una formazione artistica. Poi troviamo la Comunication seguita da Simona Gandini, il futuro front office gestito da Assunta Floris, fino ad arrivare alla Project Manager, Daniela Faletti, che coordina e programma tutte le attività di Educational, realizzando progetti europei, nazionali o regionali, oltre a seguire la parte amministrativa, dai contratti con gli attori alla vendita degli spettacoli. Quattro attrici, o meglio quattro donne, con tantissimo entusiasmo e passione che trasmettono in maniera contagiosa anche al loro direttore artistico e regista: Gianluca Ghnò, che tiene a precisare a non essere l’unico uomo della compagnia (ad esempio cita due bravi attori come Luca Bertolotti e Claudio Vescovo).
Quella degli Stregatti è una continua ricerca di collaborazioni con altre associazioni e compagnie, sia come momento di crescita che di scambio: “forse è questa una delle cose che ci piace di più, oltre all’idea di cambiare un po’ la mentalità talvolta paesana – sottolinea Gianluca Ghnò – provare cioè a cooperare in modo costruttivo con altri gruppi di spettacolo, anziché essere in competizione, che non serve a nulla”.
Collaborazioni e progetti che si sviluppano anche a livello sociale: in particolare Daniela Faletti ricorda l’esperienza vissuta con Giusy e Simona in Africa, in Benin: “siamo andate a fare un laboratorio di teatro arte, teatro d’ombra che abbiamo proposto anche in una scuola della nostra provincia, realizzando poi un video che abbiamo proiettato alla fine dei rispettivi spettacoli per mostrare l’esperienza vissuta dai bambini italiani e viceversa”. Simona Gandini continua: “lo spettacolo che si è portato poi in scena è stato il risultato di un lavoro costruito in loco, a livello di laboratorio comune, abbiamo dato loro solo alcune dritte di massima su come sarebbero state costruite le scene e su quali elementi utilizzare per raffigurare sé stessi, attraverso disegni ad esempio, né più e né meno di ciò che proponiamo nelle scuole italiane.”
Riprendere il pubblico per mano e riportarlo all’interno di questo mondo, quello del teatro, della cultura più in generale – questo un altro loro interessante impegno – e non farlo sentire a disagio nel vedere ciò che potrebbe sembrare di difficile comprensione. Rendere accessibili anche le tematiche più difficili, a partire dal teatro classico rappresentato in un modo più attuale.
Ciò che appare evidente è il reciproco rispetto, “come in una famiglia – dice Laura Tartuferi – anche senza dircelo sappiamo che stiamo andando tutti nella stessa direzione e insieme. Anche nelle collaborazioni, ad esempio i musicisti che lavorano con noi, non prendono parte solo agli spettacoli con carattere prettamente musicale, ma collaborano con noi nella parte di Educational che c’è prima dello spettacolo, nelle scuole con laboratori musicali. E’ un lavorare in squadra su tanti fronti: ma sempre in squadra”.
Assunta Floris rivela infine che uno dei loro sogni sarebbe diventare un punto di riferimento per altri artisti.
Gli Stregatti si definiscono “una compagnia e una società ibride”, e questa è probabilmente la loro ricchezza, perché non viene vissuta come una mancanza di identità, ma come un’opportunità di essere vari.
Enrichetta Duse