Ieri pomeriggio, mentre a Roma andava in scena la dissoluzione del Pd, incapace di unità persino nel sostenere il candidato indicato dal proprio segretario, in consiglio comunale ad Alessandria era querelle, non meno combattuta, per eleggere il vice presidente del consiglio comunale. Che per Statuto va individuato tra i consiglieri di minoranza, ma viene votato, a maggioranza, da tutto il consiglio.
E mi pare di capire che l’ottimo Emanuele Locci tanto simpatico al Pd alessandrino non stia: qualche mese fa furono i consiglieri del partito democratico ad essere decisivi, accordandosi con il Pdl per eleggere Fabrizio Priano, a scapito appunto del più giovane e combattivo collega.
Ieri si è fatto il bis: Locci nel frattempo era riuscito a guadagnarsi finalmente il sostegno del suo partito (oltre che di Udc e Lega), ma il centro sinistra ha scelto di votare compatto in un’altra direzione, eleggendo come “vice Mazzoni” il consigliere dei 5 Stelle Andrea Cammalleri. Che, aggiungiamolo, è altrettanto giovane rispetto a Locci, senz’altro anche un po’ meno esperto, ma persona seria e correttisma, che certamente saprà svolgere al meglio il suo ruolo.
Ma le motivazioni anti Locci espresse da Giancarlo Cattaneo, e fatte proprie da tutto il centro sinistra, dicono in sostanza “poiché Fabbio ci sta tanto antipatico, la facciamo pagare ad Emanuele”. Alla faccia del momento di emergenza, del guardare avanti alla ricerca di ampia condivisione per il bene di Alessandria e tutte quelle balle lì.
La reazione di Locci però, che accusa i 5 Stelle di essere ormai parte organica, e stampella occulta, della maggioranza di centro sinistra hanno un senso, o sono frutto di una forte amarezza, espressa “a caldo”?
Proprio ieri sera, sulla vicenda Amag, i 3 consiglieri del M5S hanno esternato, con un comunicato, la loro irritazione per il fatto che, in sostanza, il sindaco e il neo presidente Amag, attraverso la conferenza stampa dell’altro giorno, hanno “bruciato” il lavoro dell’apposito commissione di inchiesta sulle partecipate, mettendoci sopra il proprio cappello, per così dire.
Il che, peraltro, dovrebbe far comprendere ai Grillini (che lo sanno, naturalmente: ma un conto è saperlo a livello teorico, altro far scattare ogni volta certi automatismi) che la politica è opportunità, ma anche opportunismo, per non dire “sangue e merda”, secondo l’insuperata definizione di Rino Formica, socialista della prima repubblica.
Al Movimento 5 Stelle, dunque, il compito di lanciare nelle prossime settimane segnali che smentiscano le accuse di “inciucio” lanciate dal centro destra. Ma, attenzione, anche il centro sinistra potrebbe avere i suoi bei “mal di pancia”: corre voce che I Moderati siano scontenti per una serie di scelte e atteggiamenti, e conseguentemente agguerriti e sul piede di guerra. Ieri, per cominciare, non si sono presentati in consiglio comunale. Quali saranno i prossimi passi?
Ps: nella foto di Radiogold i consiglieri Angelo Malerba (5 Stelle) e Giorgio Abonante (Pd).