Dopo tanto penare, ce l’abbiamo fatta. Siamo riusciti a intervistare l’unico vero “eclettico” alessandrino, una persona che nella vita non si è risparmiata alcunché: giornalismo, cabaret, letteratura, teatro, calcio… stiamo parlando di Massimo Brusasco, il nostro candidato sindaco per le prossime elezioni comunali ad Alessandria. Un uomo che si è fatto da sè, e si vede.
1) Lo chiediamo a tutti: che cos’è per te Alessandria?
Alessandria è comunque un punto di riferimento, che però non cambierei con il luogo in cui abito [ndr: Fubine]. Non sa amarsi davvero, guarda gli altri dall’alto in basso, ma il vero senso di appartenenza è ben altra cosa. Così mi dicono a Casale.
2) Sei un eclettico: stampa, radio, calcio, cabaret, letteratura… che cosa ti manca ancora?
Mi manca fare una cosa bene, ma bene davvero.
3) Ora parliamo di ‘Rilanciamo Alessandria’: come ti è venuta in mente l’idea geniale di far lavorare gli altri e dire che è merito tuo?
Ero stanco di scrivere notizie tristi. Depressione porta depressione. Ci voleva una svolta. Ho cercato di darla, per fortuna trovando un bel numero di complici che dicono no al declino.
4) Hai scritto ben due libri di narrativa, ‘Sognavamo le ragazze Cin Cin’ e ‘Palla tonda e teste quadre’: necessità intellettuale, o bisogno economico?
Il mio commercialista non li prende in considerazione, i miei amici neanche. Mi spiace per gli alberi, ma sono anche anche in versione e-book. Comunque mi sono divertito.
5) Com’è la vita di un intellettuale ad Alessandria? E soprattutto: ne conosci qualcuno?
L’unica che pensavo lo fosse, adesso dice ricette su La7. E vende milioni di libri. Benedetta ragazza.
6) Che giudizio dai della trasmissione radiofonica ‘Sempre meglio che lavorare’, in onda il mercoledì dalle 22 alle 23 su Radio Alex?
E’ quello che mancava. Mancava a quell’ora, su quell’emittente. Il coniglio Episcopio non è l’unica bestia.
7) Quali sono i tuoi modelli nel giornalismo, oltre al direttore del ‘Piccolo’?
Ci sono ottime firme sulle testate nazionali. Mi piace chi dice cose, e le dice affascinando.
8) Buttiamoci nel privato. Tua moglie è contenta di tutte queste tue attività?
Pensa che ho un’amica che era contenta quando suo marito [ndr: allora fidanzato] prestigiatore la tagliava in tre parti…
9) Torniamo al pubblico. Che cosa pensi del dissesto, e come giudichi l’operato di Rita Rossa?
Proclamare il dissesto è come confessare un tradimento a un partner che non lo perdonerebbe mai e poi mai. Su Rita nessun giudizio (il giudizio sa bene che deve metterlo lei, e chi le sta attorno).
PS: ok, le domande sono 9, non 5… ma siamo troppo pigri per cambiare il titolo.