Le 48 ore sono già scadute, e diventano 10 giorni. Ossia, con i “ponti” in arrivo, se ne riparla ai primi di maggio. E probabilmente non poteva essere altrimenti: dopo le promesse “romane”, il sindaco di Alessandria ha sospeso tutte le procedure in corso: dall’affidamento della raccolta rifuti ad un privato alla liquidazione di Aspal.
Le Signore di Roma, Cancellieri (nella foto) e Boldrini, hanno avuto giovedì scorso parole di forte “vicinanza” rispetto all’emergenza alessandrina, e ora Rita Rossa chiede loro di dimostrare, concretamente, cosa intendono fare. “Ci dicano con quanti zeri si scrive solidarietà”, commenterebbe un mio amico, che riesce sempre a sintetizzare in una battuta ironica anche le situazioni più complesse.
Ma quante probabilità ci sono che le promesse di apertura di un tavolo inter-ministeriale si trasformino in breve in un decreto legge, o in un altro provvedimento ad hoc, “salva Alessandria”? Onestamente non lo so, e probabilmente neppure il sindaco. Che con il suo atteggiamento di questi giorni pare volersi “coprire le spalle”, forse con un velo di (mai dichiarato, peraltro) scetticismo.
Noi, che dal nostro piccolo osservatorio possiamo sbilanciarci un po’ di più, lo diciamo chiaramente: qualche forma di dilazione è indubbio che a questo punto dovrà arrivare, anche perché la task force alessandrina impegnata a Roma (deputati e senatori, più il ministro Balduzzi, ancora pienamente in carica) in caso contrario ci rimedierebbe una “magra” figura. Ma, francamente, la sostanza del bilancio comunale (93 milioni di introiti, dai 20 ai 30 milioni in più di uscite ogni anno) è tale da rendere comunque una riorganizzazione indispensabile, e non procrastinabile ab aeterno.
Anche se un acuto osservatore della vita politica mi ha suggerito: “se una mano ti fa molto male, e il chirurgo decide di asportarla, senza tener conto delle conseguenze per il resto del corpo, beh, quel chirurgo non sarà mai un buon politico”. Naturalmente (direte voi, e gli ho risposto io) tutto dipende dalle condizioni in cui si trova la mano. Però certamente, prima di amputare, occorre sincerarsi che tutto, ma proprio tutto, sia stato fatto per scongiurare quella strada, estrema e senza ritorno. Che è, credo, un po’ il senso della “pausa di riflessione” decisa dal sindaco di Alessandria.
Palazzo Rosso chiama Roma: rispondi Roma….