Le vittime della politica

I media hanno dato ampio risalto a un drammatico fatto di cronaca successo nelle Marche. Stando a quanto riportano i giornali, una coppia di coniugi in difficoltà economica, piuttosto che subire la vergogna di chiedere aiuto agli assistenti sociali, ha preferito scrivere la parola fine, non ha più resistito e travolta dalla disperazione si è tolta la vita impiccandosi in uno stanzino. E’ l’ennesima drammatica storia di una nuova povertà, che il perdurare della crisi ha messo in luce in modo prepotente.

Una situazione purtroppo simile a quella di molte altre famiglie, lui era un muratore disoccupato e lei aveva una pensione modesta, con la quale entrambi tiravano avanti e per completare la tragedia, il fratello della donna appresa la notizia non ha retto il colpo e si è suicidato poco dopo gettandosi in mare. A seguito di questo fatto i commenti dei leader politici si sono sprecati, gli stessi, quasi come un copia e incolla, si ripetono ogni volta in situazioni simili, al punto che c’è chi ormai pensa che siano le solite frasi di circostanza, belle parole che rimangono tali, perchè alle stesse poi non seguono mai i fatti, eccone alcune: “Un dramma che lascia sgomenti e ammutoliti. Dobbiamo tutti convincerci… che, fuori dai riflettori, c’è una vera e drammatica emergenza sociale”, “Il dramma di Civitanova ci dice che milioni di persone vivono oggi nell’angoscia e nella paura. La lotta alle ingiustizie per dare risposte alla crisi non sia occultata dalla lotta tra nomenclature”, “Dobbiamo guardare agli ‘ultimi’, dare sostegno a chi è debole, chi non ha più certezze, a chi non può pagare l’affitto e comprare i libri di testo per i propri figli”, “Il suicidio di tre persone è “una tragedia che sconvolge” l’intera regione.

Di fronte a vicende simili, che purtroppo si ripetono in tutto il Paese, non possiamo non sentirci tutti chiamati alla responsabilità…” Ma c’è anche chi lancia accuse e individua specifiche responsabilità affermando che “Si dirà che sono vittime della crisi, ma non è vero. Sono vittime delle leggi sbagliate del governo Monti e della ministra Fornero”. Dai dati del Ministero del Lavoro, nel 2012, con motivazioni varie, ci sono stati 1.027.462 licenziamenti, con un aumento del 13,9% rispetto al 2011. In questo drammatico contesto, va evidenziato che nei nove mesi seguenti l’entrata in vigore di una legge voluta dal governo Monti, si sono moltiplicati i casi di persone lasciate a casa “per motivi economici”, anche da aziende sane e senza più possibilità di reintegro. Alcuni esempi, anche paradossali, come quello di Angelo, licenziato a seguito della legge Fornero proprio dal ministero del Lavoro, e in particolare dall’agenzia che cura progetti per la “stabilizzazione” contrattuale, il padre di un disabile lasciato a casa dall’azienda, perché “approfittava” di qualche giorno al mese concesso dalla legge, per l’assistenza al figlio, o quello solo numericamente più importante, che riguarda Vodafone, la quale, sfruttando l’opportunità concessa dalla riforma dell’articolo 18, non reintegra un centinaio di dipendenti.

Quindi a questo punto di chi è la responsabilità?, facciamo chiarezza, si fa presto a dire del Governo Monti (del Ministro Fornero, ecc.), che ovviamente non sono esenti da colpe, ma non si deve dimenticare che “tutti i provvedimenti di legge proposti dallo stesso”, sono stato approvati dal Parlamento e cioè da PDL, PD e UDC che lo sostenevano. Se il nostro paese è nella situazione in cui si trova, se succedono certi drammi, la colpa è di tutte le forze politiche, nessuna esclusa, quindi siamo di fronte a una responsabilità collettiva, di cui i politici stessi, non sembrano ancora avere preso coscienza, visto che continuano a discutere senza riuscire a formare un Governo. Nel frattempo il debito pubblico è altissimo, quasi il 130% rispetto al PIL, la crisi economica è grave e perdurante, la pressione fiscale, che colpisce in particolare i soliti noti e indifesi, recentemente ha raggiunto un picco del 52%, un record per niente invidiabile. In questa situazione il paese ha una classe politica non all’altezza della situazione (per non dire di peggio) e in Europa siamo il paese delle tasse e ora purtroppo, anche delle tragedie umane…

Pier Carlo Lava – Alessandria