I tempi stanno cambiando.
Il vento di novità è però ancora alto sulle nostre teste. E anche un po’ troppo profondo dentro ciascuno di noi.
Ci sono comunque segnali, contrastanti ma confortanti.
Tanto per cominciare saltano fuori alcune malefatte di potenti. Ci sarà chi opina che le notizie sono comunicate ad arte dai mezzi di informazione per anestetizzare i sintomi di rivolta.
Forse.
Ho comunque la sensazione che il cloroformio sia agli sgoccioli, il senso di pazienza stia terminando, il tempo dell’attesa sia al capolinea.
Gli occhi degli uomini e delle donne non sono più sereni, le orecchie sono tese ad ascoltare, le voci sono sopite, le mani frugano nelle tasche e trovano solo spiccioli.
Nel cuore della gente cresce la rabbia e l’educazione ha la funzione di tappo.
E quando la rabbia supera il limite il tappo salta.
Così siamo al punto in cui la rabbia non può tacere.
C’è stato un tempo in cui il diavolo faceva le pentole e anche i coperchi nascondendo ruberie, ingiustizie, truffe, assassinii, corruzioni, sperperi.
Poi un giorno ci si accorse che il proverbio degli antichi non diceva esattamente questo.
Allora, per non dar contro all’operato dei nostri vecchi, gli uomini decisero che i proverbi celavano un valore insostituibile.
I Comuni, le Province e le Regioni vennero scoperchiate una ad una e le malefatte furono portate alla luce.
Ma forse è solo una fiaba.