di Claudio Martinotti Doria.
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La scarsità di tempo e di concentrazione mentale necessaria mi induce a rinunciare a scrivere esaustivamente in prima persona, per cui ripiego su altri scritti che in cospicua parte contengono analogie con il mio pensiero, analisi ed aspettative.
Il periodo che stiamo attraversando è grave ed importante al tempo stesso, e non solo per la crisi in corso, ma perché indurrà cambiamenti sociali evolutivi, volenti o nolenti che siano le classi dominanti. Sui tempi nessuno si può pronunciare, perché l’opposizione al cambiamento è forte e trasversale, ma che sia in corso un cambiamento epocale è difficile negarlo anche all’homo videns demens, involuzione regressiva mediaticamente indotta del sapiens. Costituiscono la moltitudine di coloro che ancora si rivolgono alle istituzioni statali per risolvere i propri problemi, che si atteggiano da sudditi ricercando protezione politica ed assistenza pubblica, che si informano tramite i mass media, che credono che il denaro sia quello di carta creato dal nulla e che ritengono sarebbe meglio divenisse virtuale (Cipro docet), che credono che le grosse banche e gli stati non possano fallire, che credono che il vero problema italiano sia l’evasione fiscale, ecc., senza rendersi conto che si sono lasciati manipolare riducendosi a larve umane prive di discernimento ed autonomia, si sono fatti distrarre, dividere e lobotomizzare, strategia funzionale a chi detiene il potere per continuare a detenerlo anche in assenza di talento e leadership ed un’organizzazione ben strutturata.
Ma le leggi della fisica e della matematica non si possono infrangere impunemente, e quando il numero dei parassiti supera il numero di coloro che provvedono alla produzione di beni e servizi utili alla collettività, quest’ultima è destinata al fallimento, a disgregarsi, a confliggere o essere colonizzata da forze esterne. L’Italia non è il primo paese che sperimenterà queste prospettive implosive e conflittuali, altri esempi sono in corso da anni, ma sono stati praticamente taciuti o mistificati e soprattutto dilatati per non allarmare e provocare reazioni non gestibili e soprattutto premature … Il nostro paese si differenzia dagli altri, oltre che per motivi geopolitici, culturali e dimensionali, per la particolare aberrazione della classe politica e passività delle genti, che lo rendono un modello sperimentale particolarmente interessante da seguire.
L’Italia è un paese fallito da tempo, già parzialmente venduto tramite curatori fallimentari coercitivi ed il resto lo sarà prossimamente, la distruzione della classe media e delle PMI ed il sostegno alle banche decotte va in questa direzione disgregativa, centrifuga e speculativa, finalizzata all’accumulo di ricchezze nelle mani di pochi gruppi di potere e di interessi.
Come avrete saputo, lo sport sta sempre più perdendo efficacia nel distrarre le masse (panem et circenses) e l’inefficienza e l’insipienza della classe politica non è in grado neppure di garantire la sopravvivenza (il panem) delle masse che prossimamente potrebbero sfociare in saccheggi e violenze indiscriminate. Non rimane loro che il “divide et impera”, ma è il secondo tassello che manca, per incapacità.
Fa specie riscontrare come sempre più giornalisti ed opinionisti sembrano accorgersene solo ora, mentre in rete ne parliamo da almeno una decina di anni, in maniera accentuata negli ultimi cinque o sei, ma forse apparteniamo ad un altro mondo oppure ogni tanto ci defiliamo dalla matrix.