Il prossimo 7 Aprile, in occasione della Fiera d’Aprile, a pochi giorni dall’inizio della primavera, anziché scegliere di celebrare la vita, il Comune di Rivanazzano sceglie di dare spazio per la prima volta all’attività venatoria, contro cui la LAV si batte da sempre.
Fra produttori di armi e tiri al piattello, la LAV ha scritto al Sindaco, Romano Ferrari, perché si ravveda sulla sua posizione pro-caccia.
Il 70% degli italiani si è infatti dichiarato contrario alla caccia; nel nostro Paese si massacrano per divertimento circa 100 milioni di animali ogni anno.
Responsabile di questa distruzione – a cui si accompagnano puntualmente decine di morti e feriti accidentali anche tra gli esseri umani – è una piccola minoranza composta da circa l’1% della popolazione, forte degli interessi economici ed elettorali che ruotano intorno a questa crudele pratica.
La caccia, oltre alla strage di animali provoca:
• l’estinzione generale o locale di alcune specie e la rarefazione di Altre;
• l’alterazione degli equilibri ecologici naturali;
• la diffusione di malattie, come il saturnismo (avvelenamento da piombo degli uccelli che ingeriscono i pallini) e gravi sofferenze agli animali feriti;
• incidenti con perdite anche di vite umane.
Ulteriori conseguenze di questo cosiddetto sport, sono:
– Animali feriti
Non tutti gli animali colpiti muoiono all’istante e vengono quindi portati via, molti rimangono sul terreno o vagano trascinandosi feriti, spegnendosi anche dopo giorni di agonia, in cui possono finire preda di altri animali. Anche gli animali che non vengono catturati e uccisi all’istante soffrono. Gli inseguimenti, la paura, i danni fisici riportati durante fughe impari apportano conseguenze anche
gravi a chi riesce a evitare i pallini o i proiettili. Per non parlare dei piccoli che rimangono orfani e muoiono di denutrizione e di stenti, o si perdono e cadono inesorabilmente come vittime ‘secondarie’ dello sport venatorio.
– Uova e nidi
Al contrario di ciò che ritengono i più, i nidi e le uova sono tutelati e protetti. Distruggerli, anche nelle città, è una violazione delle norme EU e nazionali.
La falconeria, che consiste nell’addomesticamento di rapaci diurni anche a scopo venatorio, è una “passione” che sovente si basa sulla sottrazione di uova o pullus (i pulcini di pochi giorni di vita).
L’uovo viene rubato dal nido per imprintare il piccolo falco e fargli riconoscere l’umano che l’ha rapito come genitore, facilitando l’addestramento del volatile ad ubbidire agli ordini del suo ‘padrone’.
– Danni all’agricoltura
Gli agricoltori possono richiedere (e ricevere) fondi per sopperire ai danni provocati dalla fauna selvatica ai campi e ai raccolti. La legge impone che, per contenere i danni all’agricoltura, non si possa disporre l’uccisione degli animali selvatici, se prima non sono stati adottati mezzi“ecologici” (ovvero che non prevedono il ricorso alle armi dei cacciatori) dei quali deve essere dimostrata l’inefficacia.
Mezzi ecologici sono, ad esempio, le colture a perdere e le recinzioni in fettuccia elettrificata.
– Divieto di caccia
In base all’articolo 842 del codice civile, un cacciatore può invadere la proprietà privata senza che il legittimo proprietario sia in grado di opporsi. Se, nel corso della sua battuta venatoria, si trova a dover passare su terreni altrui per poter inseguire l’animale o appostarsi per braccarlo, o per abbatterlo, può farlo. In base a una norma risalente a tempi in cui, per motivi bellici, era considerato
favorevole che le persone familiarizzassero con l’uso delle armi. Ma oggi? In Italia il rispetto della proprietà privata è un obbligo. Non per tutti. I cacciatori possono entrare nei fondi privati, gli altri cittadini no.
La LAV si è mossa per far abolire questo diritto insensato, lavorando per una proposta di legge che imponga ai cacciatori gli stessi obblighi che ricadono su tutti gli altri cittadini e consenta ai proprietari dei terreni di disporre liberamente delle loro pertinenze.
LAV Lega Anti Vivisezione Alessandria