A proposito del Museo del gioiello

Lette le dichiarazioni rese dal Sindaco a “La stampa”, ci preme precisare alcuni aspetti.
Tutti coloro che ora siedono sui banchi dell’opposizione sono da sempre favorevoli e, da molti anni, promuovono la nascita di un museo.
Il percorso è cominciato nel 1995, quando l’ Amministrazione Comunale e la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria organizzarono un convegno sul museo dell’oreficeria per lo studio di un progetto che allora si intendeva realizzare all’interno di Palazzo Pastore.

Ed era, quella, l’evoluzione di un lavoro di collaborazione fra quella Amministrazione,il volontariato, la collettività, che aveva espresso in precedenza la mostra “ Oro e Lavoro” e che portò, nel febbraio 2010, alla bella mostra parigina presso lo Petit Palais, con il contributo della Fondazione CRA e della Regione Piemonte.

Gli alti costi richiesti dall’intervento, divenuti nel frattempo insostenibili, anche a causa del mutare delle condizioni economiche della città e degli enti locali in genere, hanno fatto arenare questo percorso. La Fondazione CRA ha poi messo a disposizione della città la ristrutturata Villa Scalcabarozzi ma il quadro economico è ulteriormente peggiorato.

A questo punto la questione grave che si pone in termini ineludibili è :come superare questi limiti? Come dovrà nascere e come si dovrà sviluppare il museo?
Serve un museo che testimoni la cultura professionale e la maestria di tanti orafi e gioiellieri che hanno fissato la storia medesima della città.
Non possiamo, in questo senso, che esprimere sostegno alla importante iniziativa che, oltre al valore intrinseco, premia l’appassionato, instancabile lavoro degli “amici del museo”.

Tuttavia, è proprio perché riconosciamo questo alto valore, che riteniamo occorra partire sulla base di scelte e presupposti ponderati.
Prima di tutto vanno definiti in modo chiaro gli obiettivi: cosa dovrà essere il museo del gioiello, quali rapporti e quali sinergie dovrà sviluppare con le attività produttive e con il contesto cittadino, come dovrà relazionarsi con i sistemi di promozione e commercializzazione del prodotto, come si inserirà nella più vasta attività di ricerca, finalizzata a conservare ed elevare la qualità della produzione orafa gioielliera del distretto valenzano.
Per questo il museo non può essere immaginato come semplice luogo di conservazione ed esposizione, statico. Dovrà essere invece un centro dinamico e propulsivo, inserito nel contesto economico locale.
E per questo, per l’importanza dell’iniziativa, è assolutamente necessario disporre preventivamente di programmi precisi e, soprattutto, di un piano finanziario che assicuri la prosecuzione lineare delle attività.

Pertanto, alla luce di queste considerazioni, la scelta operativa e gestionale operata dalla Giunta non ci convince. Essa infatti, non tiene in giusta considerazione le condizioni del bilancio comunale, né i vincoli imposti alla finanza locale nell’operatività degli Enti.

A nostro parere, occorre individuare una forma gestionale più partecipata. Non una gestione diretta del Comune, ma una gestione aperta a più soggetti, capace di intercettare risorse con maggiore flessibilità, così come di stipulare contratti e convenzioni, sviluppando nel contempo un proficuo rapporto con il tessuto produttivo, con il volontariato, con gli “amici del museo”, e con le istituzioni.

I gruppi consiliari di:
Partito Democratico
Per Valenza – Un futuro
Valenza la tua città
Tosetti con noi per la città