“No, forse non hai capito: per me non è un piacere”…non so voi, ma io quando ho letto la risposta che la parlamentare 5 Stelle Gessica Rostellato ha dato all’educata Rosi “casta” Bindi (e casta leggetelo in tutti i sensi che volete voi), sono scoppiato a ridere. Quante volte, scusate, ognuno di noi ha sognato di fare altrettanto nella propria vita privata, per poi sfoderare il sorriso dei giorni più falsi, allungare la mano e rispondere “piacere mio?”.
Certo,una che si chiama Gessica, oltretutto con la G iniziale, nella vita ha già le sue belle “croci” da portare. Che ora venga pure additata come esempio di cafonaggine a me pare eccessivo. Non è forse il suo un gesto, verbale e pacifico, di emancipazione popolare? Meglio forse l’italiano medio classico, che “vomita” insulti sulla classe politica di ladri e cialtroni, ma se poi ha la fortuna di conoscere il cugino dell’onorevole tal dei tali se ne vanta in famiglia e con gli amici, e lascia intendere che, adesso, ce ne sarà per tutti? Questo succedeva in Italia fino all’altro ieri, stabilmente. Gessica ha un pessimo nome, e non conosce il galateo. Ma in fondo, nella sostanza, ha detto quel che si sentiva di dire, in coerenza con le motivazioni per cui è stata eletta. O no?