A.A.A. identità politiche cercansi [Controvento]

The_walking_deaddi Ettore Grassano

Sono giorni di identità smarrite questi che stiamo vivendo, o di profili ancora incerti e da definire.

Il primo carro, quello dell’identità dispersa e in crisi, è stracolmo di gente, e di strutture un po’ logore: il Pd e i sindacati, ad esempio. Per non parlare del centro destra, che è un malato terminale tenuto in vita artificialmente da Berlusconi, salvatore e pure carnefice.

Tra i personaggi in cerca d’autore, anche se su sponde diversissime, ci mettiamo invece il Movimento 5 Stelle, e pure i Montiani. O forse no: questi l’identità ce l’hanno ben chiara, è il consenso che manca.

Ma andiamo con ordine, e parliamo del Pd: il partito democratico due mesi fa si sentiva la vittoria elettorale in tasca, e si vedeva già alla guida del Paese. Con molto ottimismo (esagerato, si è poi verificato), e altrettanta incoscienza. Si veda cosa significa in questi mesi amministrare Alessandria, e si consideri che, una volta tanto, noi lo scenario del Paese lo stiamo anticipando.

Ebbene, se provate a confrontarvi in questi giorni con esponenti del Partito Democratico, o a seguire i dibattiti in Rete, la prima sensazione che percepite è smarrimento. Anche stavolta, nonostante tutte le condizioni favorevoli del mondo, hanno perso voti rispetto alle elezioni precedenti. Gli italiani che si fidano di loro, insomma, sono sempre meno, e se le alternative sul tappeto sono imbarazzanti piuttosto ne ne inventano di nuove (vedi 5 Stelle), o se ne stanno a casa.

Non facciamo qui la storia delle promesse mancate del Pd: ma non aspettiamoci neppure che, in questi giorni, all’interno del partito succeda chissà quale rivoluzione. Triste metafora dell’Italia, il Pd piuttosto affonda, ma non sa cambiare. Naturalmente, per l’uno e per l’altra, un punto di rottura arriverà. E da lì si dovrà ripartire. Da Renzi? Forse sì, ma da questa fase il ragazzo rischia di uscire logoro, suo malgrado: e lo ha capito benissimo. E’ circondato da zombie, come li chiama Grillo: ma sono zombie che, se ti acchiappano, non ti mollano mica più, e diventi uno di loro. Chi di voi segue la serie tv The Walking Dead sa di cosa stiamo parlando.

E i sindacati? Su scala nazionale, non è che in questi mesi siano visibilissimi. Noi siamo influenzati, semmai dal gran lavorìo sul territorio, dove la Triade (non dimentichiamoci che ormai esistoni anche altre realtà, su posizioni spesso divergenti, come Usb) ha scelto una strada precisa, diciamo classica. Il lavoro pubblico non si tocca. Punto. Quello privato, è altra faccenda: lì si gioca davvero in difesa, e i lavoratori sono fuscelli in balìa delle intemperie. Lì a volte il sindacato è pure troppo prono, accondiscendente. Ma nel pubblico, ah lì fa la parte del leone aggressivo, e difende il perimetro con le unghie e con i denti. E guai a chi si azzarda a dire che, forse, all’interno della casa qualche crepa c’è, qualche miglioramento potrebbe essere perseguito, ecc.  Ecco: a noi piacerebbe un sindacato forte, proposito, e un po’ meno ipocrita. Accanto ai lavoratori in difficoltà, tutti quanti. Ma anche capace di riconoscere che, non raramente, si è confuso nel pubblico il concetto di lavoro con quello di “posto”. E ora impallinateci pure, siamo qui per questo. Ma poi infiltratevi (non è difficile) in un paio di strutture di enti locali sul territorio, date un’occhiata un tantino disincantata, e riflettete, almeno tra voi e voi. Non tutti coloro che ritengono il sistema pubblico italiano inefficiente sono per forza spietati thatcheriani, dai.

E il centro destra? Lì semplicemente Berlusconi è tutto: il salvatore, ma anche colui che cristalizza l’esistente, e impedisce ogni evoluzione. Solo la morte del Cavaliere (politica, solo politica: che possa vivere fino a cent’anni, e godersi un po’ dei suoi soldi, perbacco. Con tutto questo tintinnar di manette, cerchiamo di augurargli ogni bene almeno noi), potrà consentire al centro destra di morire davvero, ma anche di rinascere, e di ricostruirsi su basi nuove e diverse. Un punto di forza lo avrebbero da quelle parti, e mica da poco: almeno il 60% degli italiani è culturalmente di centro destra. Forse anche di più. Il punto è la mancanza assoluta di una classe dirigente degna di questo nome, poiché il Cavaliere dal 1994 ad oggi ha tutto gestito e determinato, ma anche bloccato. Sarà un percorso lungo, la rinascita di quell’area? Mah, forse sì: però con una controparte come il Pd, lo si vede ogni volta, mai dire mai!

Lo so, ora ci sarebbe da esaminare il carro delle nuove identità in cerca d’autore. Ma siamo andati per le lunghe: ci torniamo a riflettere al prossimo giro.