Vorrei ricordare che uno dei nodi dello scontro con la Giunta, oltre alla sacrosanta difesa del posto di lavoro da parte della Fed. della Sinistra, rimane quello politico della credibilità di un Sindaco e della fiducia della gente che l’ha votata. Fiducia ottenuta guarda caso in presenza di una politica chiara, coerente, unitaria con tutte le forze politiche che hanno contribuito alla vittoria.
Perché fin dall’inizio della sua avventura, Rita, dichiarava che non avrebbe lasciato indietro nessuno e che “insieme” si sarebbero trovate le soluzioni?
Perché ancora a fine ottobre, alla fiaccolata, dal palco quasi piangendo incitava “farò qualsiasi atto straordinario per non lasciare indietro nessuno”, …
“Questa è la battaglia di tutta la città”, “io non mi fermerò. …. Perché voi (rivolgendosi ai cittadini) rappresentate questa sera il senso più vero di tutte queste richieste” ed infine “La legge dei numeri imposta dai tecnici significa ‘morte’ per Alessandria.”?
Che forse non eravamo già al dissesto? O non era chiara la situazione del Comune?
Cosa è avvenuto allora? A mio avviso una cosa semplicissima: che all’interno della maggioranza le due posizioni che convivevano e, cioè una a favore della privatizzazione del pubblico e l’altra decisamente contraria, sono arrivate in rotta di collisione e Rita che inizialmente ne aveva sposata una, da quel momento ha deciso di dar credito a chi la consigliava per il cosiddetto “rigore”.
E così via con una nuova strategia politica (mamma mia quanto danno all’Italia intera non solo ad Alessandria, con questa eterna confusione che porta il PD a stare un giorno da una parte e il giorno dopo dall’altra, convinto di captare gli interessi di differenti ceti sociali).
Perché ieri, il programma per il rilancio di Alessandria ci trovava uniti su “L’obiettivo è saper cogliere ogni opportunità di crescita e di costruzione di un nuovo modello di welfare locale, in grado di garantire i livelli di benessere oggi altrimenti messi in discussione.” e oggi si inverte la rotta, come mi sembra di capire dalle ultime interviste pubblicate, in cui la Rossa dice “.. a questo si arriva con un nuovo modello organizzativo, in cui si procede per obiettivi e misurando efficienza e risultati. Senza demonizzare, e anzi esaltando, il peso dei privati, e in particolare il ruolo delle cooperative. Per questo non posso accettare le barricate ideologiche di chi dice “o posto pubblico, o niente”?
Allora chi è stato coerente in questi otto mesi di governo? Chi ha fatto veramente gli interessi della città?
Come sta avvenendo in Italia e in Europa, la questione delle privatizzazioni è il punto d’arrivo di un processo che in Alessandria si vuole far ripartire: come “cavia” e come esempio per l’intero Paese ormai “dissestato”?
Non sarebbe stato giusto discuterne più apertamente l’anno passato in fase di costituzione del programma e delle alleanze, scelte che hanno fatto vincere la coalizione e la Rita.
Trovo però ingiusto che intorno a queste scelte, oggi, si giochi sulla pelle di 41 famiglie e probabilmente fra qualche settimana, sulla pelle di altre 200, (piu’ di un migliaio di alessandrini ne saranno coinvolti!!).
Oltretutto su norme di legge volute da un governo al quale il Pd ha dato appoggio incondizionato, salvo poi criticare, poi approvare e ora, voler metter in pratica, invece di tentare una “ribellione civile” come d’altra parte aveva anche ipotizzato il Sindaco stesso a ottobre, che aveva proposto alla coalizione atti clamorosi come l’occupazione della prefettura o della stazione di Alessandria, fino ad arrivare a organizzare un treno per Roma.
Dario Gemma – Alessandria