Che sbornia, vero? Non so se queste elezioni siano state epocali, o invece solo un altro tassello distruttivo rispetto al vecchio sistema, e null’altro. Sta di fatto che continuo ad avvertire una tensione, e dei rancori, che non mi piacciono per niente. Spero che sia soltanto colpa dell’osservatorio a volte un po’ obliquo del web, e degli addetti ai lavori. E insomma mi auguro che l’Italia reale sia davvero “avanti”, già di nuovo alle prese con i problemi (ma anche i piaceri) della vita reale, e che dalla politica arrivino segnali di dialogo e di distensione. Che naturalmente non significa per forza inciucio, ma neppure scontri all’arma bianca.
Sul nostro territorio, fra i pochi a non avere tempo per distrarsi sono certamente gli amministratori locali. A cominciare dal sindaco di Alessandria e dalla sua giunta, alle prese oggi con un’altra giornata delicatissima, in particolare sul fronte Aspal, partecipata la cui sorte sembra davvero appesa a un filo. Ma è tutto il sistema delle aziende comunali a “boccheggiare” sotto i riflettori, in attesa di interventi di razionalizzazione più volte annunciati nei mesi scorsi, e ora resi a quanto pare ancora più ineludibili dalle nuove osservazioni ministeriali divulgate l’altro giorno.
Di fronte ad esse, il sindaco Rita Rossa non poteva essere più esplicita: “Sono disposta a mettere in dubbio la mia ricandidatura, ma voglio riconsegnare alla città un Comune con i conti in ordine”.
Indietro, insomma, non si torna: a costo di un rimpasto di giunta anche sostanzioso, e di non pochi attacchi che arriveranno soprattutto dal “fronte interno”. Mentre le opposizioni di centro destra e del Movimento 5 Stelle, al momento, non appaiono particolarmente incisive, probabilmente rendendosi conto che i margini di manovra sono davvero esigui.
La riorganizzazione delle partecipate è partita dai cda: dopo quello del Cissaca, ieri è stata la volta dell’Atm, con un presidente a sorpresa: non Gian Piero Borsi (come in tanti sembravano dare per scontato: e sarebbe stato un “cavallo di ritorno”) ma Gian Franco Cermelli, consigliere provinciale dei Moderati. A cui spetterà il compito di provare a “rimettere in moto” un’azienda che quest’anno compie quarant’anni, e li dimostra tutti.
Si rimane in attesa del nuovo presidente di Amag (diamo per scontato che sarà l’assessore Bianchi? Così pare, sempre che anche su quel fronte non spunti la sorpresa dell’ultima ora), e di capire quale sarà il futuro di Amiu.
Ma anche di capire se il taglio di quasi quattro milioni di euro (da 26 milioni nel 2013 a 22 milioni nel 2014) per le spese del personale di Palazzo Rosso significherà riduzione generalizzata di orari e stipendi (“lavorare meno, lavorare tutti”), o tagli selettivi in determinati comparti. Nel frattempo, a quanto pare, si metterà mano in maniera drastica agli stipendi dei dirigenti.
E i sindacati? La luna di miele col sindaco è davvero finita, e arriveremo allo scontro duro, o al di là dell’inevitabile gioco delle parti si sta già ragionando su tutte le forme possibili di ammortizzatori sociali, e magari su forme incentivate di reinserimento professionale?
Di certo c’è una cosa: le note del Ministero, ma soprattutto l’andamento delle elezioni e la precarietà assoluta della vittoria di Bersani, credo abbiano definitivamente sgombrato il campo: a Roma sono alle prese con tante di quelle “grane” di ogni tipo che illudersi di poter ricevere un qualche trattamento privilegiato o ad hoc (che poi è un modo diverso per dire la stessa cosa) è ormai impossibile. Alessandria deve fare da sola, e il mestiere di primo cittadino di Palazzo Rosso, oggi, è fra i meno invidiabili in assoluto. L’amministrazione comunale si dia una mossa, dicono due autorevoli osservatori di centro sinistra come Alfio Brina e Delmo Maestri. E’ il momento di spingere sull’acceleratore dunque? E succederà? Lo scopriremo presto.