Ieri ho chiesto ad un paio di addetti ai lavori che operano all’interno degli uffici postali del nostro territorio quali fossero stati gli effetti della lettera di Berlusconi sul promesso rimborso Imu (del 2012), e si sono messi a ridere: “qui da noi non è passato nessuno: in compenso c’è la coda per pagare le bollette”.
Diciamocelo: alla lettera-propaganda di Silvio ha subito risposto la contropropaganda del regime mediatico in mano al Pd e ai suoi amici, con effetti altrettanto comico/ridicoli.
Il punto, signori miei, è che in campagna elettorale i politici e i partiti la tendenza compulsiva a considerare noi elettori un parco buoi dirottabile a piacimento ce l’hanno tutti, poche storie. Ognuno col suo stile, e con i suoi metodi, tutti cercano di mostrarci asini volanti, e non si rendono conto che il re nudo ormai gli italiani lo vedono tutti, e non hanno neppure il pudore di dirlo a mezza voce. Lo urlano proprio, tanto che i politici più avveduti, credetemi, sono quelli che hanno scelto un ruolo, più o meno temporaneo, di osservatori.
La lettera del Berlusca, comunque, io l’ho ricevuta mercoledì, ed è tanto esilarante quanto un po’ “datata”. Ma Silvio non si rivolge mica a noi maniaci del web, che viviamo ormai connessi 15 ore al giorno, e ci rincoglioniamo in tempo reale con notizie flash e slogan “rimbalzati” dai social network. Berlusconi con la sua letterina parla ai pensionati, che sono una valanga, e nella loro gran parte di Internet sentono parlare in tv. Oppure a quella tipologia di lavoratori di mezza età (io ne conosco diversi) che Internet lo usa giusto per controllare l’e-mail una volta al giorno: e magari sono più “sani” loro di noi web-dipendenti, sia chiaro!
Al suo target di riferimento, centrato dunque con la consueta professionalità, l’imbonitore un po’ invecchiato e “bollito”, ma sempre gran combattente, racconta la sua verità. Ossia fa promesse al vento, finalizzate al recupero di qualche punto percentuale, utile a meglio “riposizionarsi”, e a pesare, eccome, sullo scenario post elettorale.
Già autonominatosi “nuovo ministro dell’Economia e dello Sviluppo”, Berlusconi preannuncia l’arrivo della lettera vera, quella ufficiale e post elettorale, con cui ufficializzerà il rimborso del maltolto, e porrà freno all’oppressione fiscale, giudiziaria e burocratica. E poi ne ha per tutti, naturalmente, ma particolarmente divertente è quel “più dell’ottanta per cento dei suoi candidati (parla del Movimento 5 Stelle) ha già fatto politica, e proviene dai circoli dell’estrema sinistra, dei centri sociali e dei no Tav”. Dove i no Tav per assonanza sembrano tout court no global o pericolosi “autonomi” degli anni Settanta, e non il popolo delle valli piemontesi in lotta per difendere la propria terra.
Berlusconi racconta palle da sempre, e oggi lo fa in maniera tutto sommato più simpatica e innocua che in passato. Soprattutto sa benissimo che buona parte del suo vecchio elettorato domenica e lunedì voterà per Beppe Grillo, per cui prova ad usare tutte le cartucce che ancora ha per dissuaderlo. Pazienza se sono cartucce a salve: magari qualcuno, nella quantità, si spaventerà anche solo per il botto.
In sostanza: il Berlusconi del 2013 politicamente punta a ritagliarsi un suo spazio di trattativa (anche per scongiurare qualsiasi necessità di fuga alla Craxi: oltretutto Hammamet non è più di moda, e pare che a Malindi la situazione non sia proprio tranquillissima), e per la simpatia che ormai trasmette, secondo me, è oggi uno dei pochi showman in grado di rilanciare, con la propria presenza, una tv generalista in caduta libera.
Quanto alle previsioni di voto, quasi quasi vi propongo di fare i vostri pronostici: se provate a sommare le percentuali che circolano sui diversi candidati, schieramenti e partiti, arriverete tranquillamente al 130-140%. Qualcuno non la racconta giusta, e lunedì sera si ritroverà con il cerino acceso in mano. Ma chi sarà?