Le elezioni politiche sono ormai imminenti. Confesercenti ha inviato a tutte le liste presenti sul territorio il documento riportato qui sotto, frutto di una elaborazione ricavata dal testo nazionale di Rete Imprese Italia, consegnato nei giorni scorsi al Presidente del Consiglio Mario Monti. In coda al testo Confesercenti allega alcune proposte per i candidati locali, chiedendo, fin da subito, un loro impegno in proposito.
Con l’accresciuta incertezza sul futuro, le famiglie hanno avviato una severa riformulazione degli stili di vita e con il ritorno della propensione al risparmio. Ciò accelera la contrazione del consumo senza tenere in considerazione sia la spinta inflazionistica, che dovrebbe arrivare nel mese di luglio in concomitanza con l’aumento dell’Iva al 22%, sia con la conseguente ulteriore diminuzione dei consumi.
Anche l’aggravamento della disoccupazione ed il gap che ci separa dall’Europa in termini di tasso di attività sono segnali inequivocabili dei danni profondi arrecati dalla lunghissima recessione.
Questa tendenza va arrestata; occorre rimettere il sistema su un percorso di crescita, assumere un modello di sviluppo sostenibile dal punto di vista finanziario. Questo obiettivo non è impossibile.
Se il nostro livello di prelievo fosse uguale a quello medio europeo, ogni famiglia italiana disporrebbe di un reddito aggiuntivo di € 3400, ossia di circa € 10 al giorno.
La crisi politica e le elezioni della primavera 2013 determinano la necessità di essere presenti nel confronto sul futuro economico e sociale del paese e i suoi assetti fondamentali con proposte ben definite in grado di sollecitare le forze politiche a misurarsi con le esigenze reali del paese.
A questo scopo Rete Impresa Italia presenta questo documento, sul quale si confronterà con le forze politiche, con le altre confederazioni delle imprese e con i sindacati dei lavoratori dipendenti.
Oggi siamo qui per testimoniare le difficoltà che stanno vivendo le imprese, con saldi negativi tra natalità e mortalità delle stesse, sia a livello locale che nazionale. Per peggiorare ancora di più la situazione, se possibile, c’è il dissesto del Comune di Alessandria che impoverisce un territorio. Pertanto la proposta avanzata da Confesercenti di factoring indiretto dovrebbe mettere in campo una sinergia tra le Istituzioni, organizzazioni di impresa e mondo bancario, per avere una boccata di ossigeno e di liquidità che possa far sopravvivere le aziende che aspettano di essere pagate da oltre due anni.
I dipendenti dei fornitori del Comune non sono lavoratori di serie B rispetto ai dipendenti pubblici, per cui le istituzioni, giustamente, tanto si prodigano per pagare regolarmente lo stipendio.
Ma, tornando ad un panorama più ampio rispetto a quello cittadino, bene ha fatto Monti ad avere messo in sicurezza i conti pubblici ed a rafforzare la fiducia nel confronti dell’Italia. Ma lo ha fatto al prezzo salatissimo di un’impennata della pressione fiscale complessiva e di conseguenti e pesanti effetti recessivi con una pressione fiscale di oltre il 56% per i contribuenti.
Altro pesante provvedimento che ha indebolito il piccolo commerciante è la legge sulle liberalizzazioni degli orari che ha procurato mancanza di regole che non tutelano la concorrenza.
A rendere insopportabile il lavoro, per le imprese del commercio in sede fissa ed ambulante che riescono a rimanere sul mercato, sono anche la complessità e i costi degli adempimenti fiscali, per cui ogni mese ci sono balzelli e la preoccupazione economica e mentale di poterli sopportare. Un vero e proprio bombardamento psicologico, con l’ aumento dei costi dei commercialisti per l’incremento di lavoro e sanzioni che gravano pesantemente al minimo errore.
Noi proponiamo un calendario di interventi così articolati:
• Attuazione di un piano quinquennale di riduzione della pressione fiscale, in misura pari ad 1 punto di Pil ogni anno, con l’obiettivo di ricondurla la 40% nel 2017.
• Annullamento del già fissato aumento dell’Iva dal mese di luglio
• Ridisegno della struttura dell’Irpef: avviare la revisione delle aliquote e degli scaglioni di reddito a partire da quelli più bassi e ai monoreddito.
• Rimodellare la tassazione sulle imprese, con l’introduzione di una nuova IRI per separare le imposte pagate dall’imprenditore da quelle versate dall’impresa. Cioè poter compensare debiti e crediti
• Aumento delle deduzioni per le nuove assunzioni con particolare riguardo ai giovani e al reinserimento dei lavoratori che il lavoro lo hanno perso
• Abolire il redditometro, che è uno spesometro, strumento inadeguato al recupero di base imponibile ed ennesimo strumento di oppressione burocratica.
• Semplificazione e sfoltimento degli adempimenti
• Riformare il “federalismo all’italiana” : Imu, che ha generato esborsi molto più elevati della precedente Ici, soprattutto per le fasce più svantaggiate della popolazione e Tares , la nuova tassa comunale sui rifiuti che secondo le previsioni porterà aumenti per le imprese e le famiglie.
Ma Rete Impresa Italia si domanda : come possono essere realizzati questi interventi?
Ecco alcune soluzioni praticabili:
• Eliminazione dei privilegi di cui godono il personale politico e dirigenziale del pubblico impiego. Devono essere i primi a dare il buon esempio.
• Smettere di far fare i sacrifici solo a noi cittadini ed imprese.
• La cosiddetta spending review deve essere reale e aggredire gli sprechi e realizzare una profonda riforma istituzionale
• Ridurre le consulenze, avvalendosi dei dipendenti in forza nelle istituzioni.
• Ridurre drasticamente la partecipazione alle numerose aziende pubbliche.
• Attuare una drastica dieta dimagrante ai ministeri e non solo agli enti locali, che erogano servizi ai cittadini
Tutti questi spunti sono trattati in questo breve documento per titoli, ma le organizzazioni aderenti a Rete Imprese Italia hanno predisposto documenti sviluppati che corrispondono a reali programmi di buon governo.
LE PROPOSTE DI CONFESERCENTI ALESSANDRIA AI CANDIDATI
A questo approfondito studio realizzato dalla Confesercenti nazionale, vorremmo aggiungere delle serie riflessioni realizzabili dal futuro Parlamento in tempi rapidissimi.
1. Per i Comuni in dissesto ipotizzare un Patto di Solidarietà che preveda il livellamento di tutti gli stipendi per tre anni, al fine di mantenere il lavoro a tutti e non dover licenziare il personale delle partecipate.
2. Abrogazione immediata del decreto “Salva Italia” e ritorno al decreto Bersani, per riportare la competenza in materia di orari alle Regioni e al Comune.
3. Accedere ad un altro fondo rotativo che per i 5 anni del dissesto permetta al Comune di compensare le minori entrate, previste dall’applicazione dell’aliquota nella misura massima (Cosap, Imu,Tia) per quelle fasce di reddito inferiori ad € 15.000(?)/annui.
4. Invitare tutte le Province dove c’è un Comune in dissesto, a procedere con factoring indiretto, come strumento di solidarietà istituzionale al fine di immettere liquidità sul territorio.
Queste 4 proposte saranno formalizzate agli eletti (di ogni partito) della nostra Provincia subito dopo l’avvenuta conclusione del conteggio dei voti. A ciascuno di loro sarà richiesto un formale impegno all’avvio dei lavori parlamentari per almeno uno dei punti della nostra proposta.
Confesercenti della provincia di Alessandria