Settimana caldissima (anche se siamo in febbraio) quella che ci attende. Mancano pochi giorni al voto, e tra i partiti dell’arco costituzionale sale “l’angoscia” da Beppe Grillo. Che ha riempito le piazze ovunque (ma ad Alessandria mi aspettavo, onestamente, un’affluenza anche maggiore), e che sta facendo tremare i polsi e le poltrone di tanti.
Ma a casa nostra abbiamo preoccupazioni aggiuntive, e stringenti. Il cda di Atm (già scaduto peraltro a fine 2012) accelera le proprie dimissioni, Amiu è commissariata, Aspal chiude, anzi no ci sono i soldi per arrivare a metà marzo. E ancora: la Fondazione Tra, antesignana della crisi, sembrano già esserla scordata tutti, con i suoi 15 sfortunati dipendenti. Costruire Insieme continua a “danzare” tra legittimità e non, e non risulta che ci siano state al momento sul tema verifiche e pronunce ufficiali in grado di fugare ogni dubbio.
Infine, basta buttare un occhio al bilancio riequilibrato di Palazzo Rosso per accorgersi che le spese del personale, nel 2014, dovrebbero essere di quasi 4 milioni inferiori rispetto a quest’anno (-15%): tutti prepensionamenti? Improbabile direi.
Insomma, dire che la giunta Rossa naviga a vista non è fare allarmismo, ma constatare che piove, quando fuori piove, appunto. I sindacati confederali (che hanno contribuito a tenere compatte le truppe a maggio, e a far vincere le elezioni al centro sinistra) ora sono sul piede di guerra, mentre un paio di assessori (Puleio e Barberis) sono dati in possibile uscita, e per Bianchi si prospetterebbe la presidenza Amag (con Borsi che tornerebbe a gestirsi la rogna Atm).
Cosa farà il sindaco? Avanti tutta sulla strada della riorganizzazione rigorosa (ma allora servono piani industriali veri, di cui non c’è traccia), ossia comprensiva di licenziamenti di massa?
E, in quel caso, Sel e Federazione della Sinistra toglieranno ogni appoggio alla maggioranza?
L’impressione è che (anche di fronte al rischio di essere, lunedì prossimo, il capoluogo di provincia più grillino d’Italia: attenzione, accadde già con Craxi, e con Bossi), Pd e alleati vogliano prendere ancora tempo. Sperando che poi un governo Monti Bersani o Bersani Monti, magari sorretto anche da una parte del Pdl, possa fare il miracolo, e porre la salvezza assistenziale di Alessandria fra le proprie priorità assolute. Ma ci vuol poco a capire che, chiunque prenderà in mano il Paese a fine febbraio, avrà di fronte emergenze “di sistema” assai più rilevanti.
Alessandria, insomma, dovrà fare da sola. Se questo centro sinistra sia in grado di progettare e gestire un simile percorso, lo scopriremo presto. Ma, appunto, comunque dopo le urne.