Si sentono stridere lame affilate dalle parti di Palazzo Rosso, a ben sapere ascoltare. La “sparata” di ieri dei sindacati confederali non può certo essere una sortita casuale, ma semmai il tentativo di giocare d’anticipo, a livello mediatico, rispetto a decisioni che sono nell’aria. Dobbiamo dunque attenderci, nei prossimi giorni, novità importanti? Certamente ci sono tanti segnali che fanno pensare ad un gran lavorìo sotto traccia: in che direzione, lo scopriremo presto.
Proviamo allora a ricapitolare: nei giorni scorsi il ragioniere capo del Comune, Antonello Zaccone, ha fatto un passo indietro, e i bene informati dicono che si appresti sì a succedere a se stesso, ma avendo così chiarito che lui lì ci sta per senso del dovere, e solo se insistono.
Lo stesso messaggio, su tutt’altro fronte, arriva dal direttore del Cissaca, che risponde amareggiata agli attacchi personali (anche se non la si cita con nome e cognome) rivoltigli ieri dalla Triplice.
Diversi assessori poi, alla proposta di un approfondimento sulle tematiche di loro competenza, in questi giorni si negano cordialmente, prendono tempo, o comunque precisano: “io lì ci sto per spirito di servizio, e finché non mi costringono a condividere scelte in cui non mi riconosco”.
Insomma, siamo al dunque. Imu o non Imu, il “carrozzone” di Palazzo Rosso, con tutti i suoi annessi e connessi, non sta più in piedi, e la riorganizzazione è alle porte. Ma riorganizzazione di che tipo? E sulla pelle di chi?
Cgil Cisl e Uil danno addirittura un ultimatum a Rita Rossa: “entro l’8 febbraio vogliamo vedere i piani industriali delle partecipate”. E, bontà loro, stavolta tra le categorie di lavoratori da proteggere ci infilano pure quelli delle cooperative, invero sin qui considerati un po’ “figli di un Dio minore”.
Intanto nelle società partecipate (Atm, Amiu, Aspal, Costruire Insieme, la “moritura”, anzi da ieri forse proprio morta, Fondazione Tra, il già citato Cissaca: aggiungere voi a piacimento quel che manca) il caos e l’incertezza regnano sovrani. E in questi casi non è che la produttività possa andare al di là della buona volontà individuale, parliamoci chiaro.
Ecco, se una critica sembra rimbalzare su più fronti, in camera caritatis, nei confronti del sindaco e della giunta è proprio questa: “da quando si sono insediati, si sono occupati solo dell’emergenza finanziaria, e a Palazzo e dintorni in tanti hanno incrociato le braccia, in attesa di direttive che non sono mai arrivate, né dall’amministrazione, né tanto meno dai dirigenti”.
E’ vero? E’ falso? Il sindaco sta per fare scelte dolorose, che porteranno alla fine della sua luna di miele con le rappresentanze sindacali classiche? Perché c’è anche chi, come l’Usb, è sulle barricate dall’inizio, non scordiamocelo….
In queste ore sono in tanti a porsi questi interrogativi, e ognuno ha una sua mezza verità, o qualche indiscrezione, con ipotesi a volte interessanti, a volte improbabili. Di certo lo status quo non potrà reggere a lungo. L’impressione è che siamo alle porte (ma dopo le elezioni, of course) di scelte dolorose non solo a Palazzo Rosso, ma anche in tante altre realtà pubbliche, locali e non. Grecia docet (anche se nessuno ne parla mai, avete notato? La Grecia non esiste: ma rischia di fare scuola!)