C’è chi teme che dentro ci finisca anche lo smarino proveniente dagli scavi per il Terzo Valico, e chi sostiene che a rischio, nel tempo, possa esserci la falda acquifera sottostante, una delle più ricche del territorio, da cui attinge mezza provincia. In queste ore, non si può invidiare chi, in Provincia, è chiamato a formulare le ultime valutazioni e autorizzazioni sul progetto per la realizzazione della discarica di Sezzadio. Per rifiuti non pericolosi, recitano i documenti: e figuriamoci fossero stati pure pericolosi, che sarebbe successo.
Premesso: non ho nessuna competenza tecnica, quindi provo a riflettere, come molti di voi, da uomo della strada. E, naturalmente, mai vorrei simili impianti sotto casa, come tutti. Salvo però rendermi conto che, evidentemente, o modifichiamo strutturalmente il modello della nostra società ed economia (con il conseguente ridimensionamento anche degli stili di vita), oppure la voce smaltimento rifiuti dobbiamo metterla in conto, compresi i costi sociali annessi. A meno di non implementare senza indugi la logica dell’Africa come nostra pattumiera, si intende.
Detto ciò, della discarica di Cascina Borio parlai qualche settimana fa con il direttore provinciale dell’Arpa, Alberto Maffiotti, che da tecnico diede risposta tecnica, non essendo lui a dover decidere. Ma, insomma, si evince dalla sue parole che qualche rischio, sia pur proiettato nel futuro, non può essere del tutto escluso. Tant’è che si parla di principio di precauzione.
Ma i sindaci dell’acquese vanno parecchio oltre, dicendo no senza se e senza ma.
Così come associazioni e comitati ambientalisti pongono una serie di domande molto stringenti, e difficilmente eludibili.
Naturalmente adeguatamente sostenuti dal Comitato No Tav, che allarga un po’ il perimetro della riflessione, su temi su cui dovremo tornare a riflettere spesso.
E poi c’è stata la valutazione della Direzione Ambiente della Regione Piemonte (“il sito prescelto non risulta pienamente idoneo, per ubicazione e caratteristiche, ad ospitare un impianto di discarica”), e il fuoco di fila in ordine sparso di Udc, Rifondazione comunista, Pd.
Insomma, alzi la mano chi la vuole, questa benedetta discarica di Sezzadio!
Attendiamo naturalmente le decisioni delle autorità competenti: ma nel caso anche motivazioni solide e verificabili, perché qui c’è in ballo davvero il futuro del territorio, e la pelle di migliaia di persone.
E. G.