Palazzo Rosso: la “scure” dei tagli

Ricominciamo con il conto alla rovescia, per gli stipendi di novembre (e poi di dicembre, e tredicesime) di comunali alessandrini e partecipate? Oppure le positive novità rispetto ai prestiti statali (prestiti, attenzione: soldi che noi contribuenti dovremo restituire nei tre anni successivi) indurranno qualche banca a riaprire i cordoni del credito, “sbloccando” l’emergenza?

Lo vedremo. Certamente a Palazzo Rosso il clima si fa sempre più incandescente, poiché il nodo dello “squilibrio” di almeno 15 milioni sul bilancio 2012 (ma c’è chi giura siano di più) sta venendo al pettine. Ieri si è dimesso Piercarlo Bocchio, direttore di Amiu (e ad interim) di Aral, nonché a lungo potente deus ex machina di tutta la filiera dei rifiuti di casa nostra.

Un atto dovuto, dice Bocchio, frase che non vuol dire nulla: di certo però già in primavera, quando lo incontrai, il vecchio combattente socialista mi preannunciò l’intenzione di passare la mano a fine anno. Che poi il precipitare e complicarsi della situazione, oltre a ragioni personali e di salute, abbiano accelerato il processo è possibile.

In ogni caso, arriva sempre un momento in cui è opportuno girar pagina, e questo probabilmente è uno di quei momenti. Occhi puntati anche su Amag, dunque. Dove prima o poi le dimissioni del neo presidente Marzi qualcuno dovrà pur spiegarcele in maniera credibile, che dite?

Intanto i sindacati sono sulle barricate, e fanno il loro mestiere. Un paio di assessori (Barberis e Puleio) pare abbiano già minacciato le dimissioni. Però l’impressione è che il processo di riorganizzazione non potrà che andare avanti, e che prevederà anche dei forti costi a carico del personale. “Ci sono 300 persone da licenziare, tra comune e partecipate. Il resto sono chiacchiere”, dicono voci autorevoli. Altri parlano di tagli lineari, con contratti di solidarietà da applicare a tutto l’universo di Palazzo Rosso. Ma anche qui, non mancano le precisazioni: sul piano contrattuale (e delle tutele) i dipendenti diretti del Comune sono un conto, quelli delle partecipate un altro. I contratti di servizio, insomma, sarebbe tutti da rivedere, ed evidentemente al ribasso. Quando la coperta è corta, si sa, ognuno la tira dalla propria parte.

Amiu, Atm, Amag, Costruire insieme, Teatro regionale, Aspal, Cissaca. Toccherà a loro il ruolo di vittime sacrificali, su cui andrà ad abbattersi la scure della riorganizzazione? Esiste già un piano complessivo di riassetto, e quando verrà condiviso con le parti sociali, e con la città?

Il dibattito è innescato, i confronti da oggi (anzi, da ieri sul fronte Aspal) si annunciano quotidiani, e senza esclusione di colpi. E giovedì in giunta, quando si parlerà di “bilancio 2012 stabilmente riequilibrato”, qualcuno potrebbe anche alzare la voce, e togliere il disturbo.

E. G.