I nodi cominciano a venire al pettine. Pare che lunedì a Palazzo Rosso, commissione Bilancio e dintorni, la tensione fosse palpabile.
Il punto però, siamo seri, non sono le ore di presenza in Comune dell’assessore Bianchi (che ha sempre con chiarezza evidenziato, già prima dell’estate, quali sono i suoi impegni professionali), ma la sua posizione riguardo a come far quadrare i conti, come emerso dallo scambio di missive di ieri tra sindacati e sindaco.
Qui non è questione però di torti o ragioni, e neanche soltanto di “punti di vista”. E quel che è certo è che la situazione è pesantissima, e ignorarla per quieto vivere non sarà possibile ancora a lungo.
C’è un ente locale, Palazzo Rosso, che accresce il proprio debito (per spese correnti, e non per investimenti) di circa 20 milioni di euro l’anno. Almeno in base ai numeri finora circolati. C’è stata una dichiarazione di dissesto, e dagli organi competenti sono arrivate ai nuovi amministratori disposizioni tassatative: ossia l’enorme debito pregresso passa sotto la competenza di appositi commissari (e buona fortuna e tanta pazienza a chi vanta crediti significativi), ma dal 2012 l’ente deve chiudere in pareggio. Come? Affari suoi: incrementando le entrate, se qualcuno conosce le arti magiche. Oppure tagliando costi in maniera feroce. Insomma, quello che le aziende fanno sempre (e spesso sulla pelle dei lavoratori) in casi simili.
Bianchi ha espresso, sul futuro delle partecipate di Palazzo Rosso il suo punto di vista di tecnico. Spetterà alla politica decidere le modalità con cui procedere, e Rita Rossa continua, giustamente, a mettere l’accento sul fatto che nessuno sarà lasciato solo.
Epperò, se qualcuno (anche tra i sindacalisti) ha la ricetta per continuare così, con 1.600 dipendenti a tempo indeterminato tra Comune e partecipate, ma eliminando al contempo il deficit di 20 milioni di euro che gravano ogni anno sulle spalle dei contribuenti alessandrini, si faccia avanti. Gli diamo il Nobel per l’economia, altro che il Gagliaudo d’oro.
La triste realtà la conosciamo tutti, e Alessandria, non mi stanco di ripeterlo, è solo qualche mese più avanti (e ti pareva: per una volta che siamo avanguardia, lo siamo nel peggio!) rispetto a tanti altri territori, neanche tanto lontani. Non solo il sud insomma….vi dicono niente i nomi Regione Piemonte e Comune di Torino? Beh, teneteli a mente.
Per un paio di decenni gli organici degli enti locali, compresi Palazzo Rosso e partecipate, hanno profuso risorse in tanti fiumi e rivoli, ma sono anche stati gonfiati di personale non indispensabile. Non indaghiamo qui sul livello di professionalità, sulla percentuale di lingère, sugli intrecci parentelari e clientelari. Tanto sono robe italiche da sempre, “castone e castine”, lobby di gente chic e reti amicali da disperati. Il merito in questo Paese è una strada sconosciuta a tutti i livelli, e basta sfrugugliare un po’ persino nei percorsi dei finti tecnici del governo Monti e dei loro famigliari per rendersene conto.
Ma rimaniamo ai fatti di casa nostra: c’è un modo per mantenere invariati gli organici della galassia di Palazzo Rosso, magari trovando un Babbo Natale romano che, tutti gli anni, ci regali 20 milioni di euro per far quadrare i conti?
Se c’è, io ci sto. Seguiamo quel metodo, senza tentennamenti. Se non c’è, però, facciamo finta di essere tutti adulti, e intellettualmente onesti.
Fiaccolate, scioperi, slogan e presidi possono anche essere un comodo escamotage per esorcizzare la realtà, e non affrontarla per quello che è. Con effetti collaterali terribili.
E. G.
Ps: stasera, comunque, tutti a fare il tifo per il sindaco da Santoro, naturalmente. A me i casi umani in tv non sono mai piaciuti, e oggi ahimè Alessandria sta diventando quello: caso umano e macchietta. Ma se questa esposizione mediatica può portare a qualche risultato concreto, ben venga! Prima però vedremo quali comunicazioni emergeranno dalla conferenza stampa convocata a Palazzo Rosso per le 8,45 del mattino. Io sarò in giro tutto il giorno, lo scoprirete e commenterete prima di me.