Ma come si fa a prenderli ancora sul serio? Sembrava tutto definito, con inevitabile strascico di polemiche, contestazioni, critiche, ed ecco che il consiglio regionale del Piemonte ribalta tutto: la provincia di Asti rimane da sola, e così anche Alessandria. Addio sogni di gloria: il fidanzamento coatto, o annessione, non s’ha più da fare. In deroga ai parametri fissati dal governo, gli astigiani possono continuare a ballare da soli. E Alessandria pure, magari obtorto collo. Madame Armosino non è evidentemente proprio un due di picche, e piazza un colpo vincente fra le macerie fumanti della seconda repubblica. O non è solo merito suo?
E la partita è davvero finita, o siamo solo all’inizio di un nuovo giro di giostra, al termine del quale dell’iniziale ipotizzata eliminazione (e poi razionalizzazione) delle Province resterà poco o nulla?
L’onorevole Stradella commenta: “ora vedremo con chi andrà Casale, e se diventeremo la nuova provincia ligure”, lasciando intendere che i monferrini potrebbero finire con Biella-Vercelli.
Mentre per il presidente Filippi: “Il ministro ha piu’ volte dichiarato che non saranno ammesse deroghe. Oggi brutta pagina di deresponsabilita’ e localismi del consiglio regionale. Abbiamo sopportato per mesi anche squallidi comportamenti di politici e non solo, astigiani. Abbiamo risposto solo quando superavano il limite. Comunque vada a finire, da oggi i nostri rapporti nei settori con cui saremo chiamati per legge a collaborare saranno sicuramente piu’ improntati ai rapporti di forza. In attesa, naturalmente, della decisione definitiva del Governo”.
Intanto i cittadini comuni ridacchiano, e scuotono la testa: ma che riforme strutturali volete mai che riesca a portare a termine una classe dirigente indecisa a tutto, e tutta protesa esclusivamente al mantenimento dello status quo, e alla difesa dei mille campanili, delle diecimila corporazioni? Attendiamo nuovi sviluppi: ne arriveranno di certo.
E. G.