[BlogLettera] Il bene comune innanzi tutto

Egregio Direttore,

c’è chi afferma che la giunta in carica, per il volere dei cittadini, poteva evitare di deliberare il dissesto.

Certamente sì che poteva farlo, ma la diretta conseguenza di una simile decisione, sarebbe stata quella di determinare un immediato scioglimento del Consiglio Comunale e la nomina di un Commissario governativo, che avrebbe intrapreso iniziative finalizzate al riequilibrio di bilancio del Comune e delle partecipate, senza tra l’altro preoccuparsi più di tanto di salvaguardare i posti di lavoro (praticamente quello che  succede quando un azienda privata fallisce e viene nominato un curatore fallimentare).

Alla luce di quanto sopra sarebbe pertanto ora di smetterla di affermare che il dissesto si poteva evitare, come se l’attuale giunta fosse responsabile degli ultimi cinque anni di amministrazione a dir poco spregiudicata, che ha lasciato un buco di bilancio di 146 milioni di euro e lo sforamento per due anni consecutivi del patto di stabilità, con tutte le conseguenze del caso.

Solo se la giunta precedente avesse riconosciuto per tempo gli errori fatti  adottando i provvedimenti del caso, forse, avrebbe potuto evitarlo.
Continuare ad affermare che il dissesto poteva non essere deliberato, senza le conseguenze sopra citate,   non fa altro che offendere l’intelligenza degli alessandrini.

Va ricordato che in una situazione di dissesto, non solo non si possono contrarre mutui, assumere personale, ecc., ma si devono anche tagliare i costi del Comune di almeno 15-20 milioni di euro all’anno, ne consegue che le uniche opere importanti che possono essere realizzate sono in “project financing”, cioè quelle a costo zero per il Comune, in quanto promosse e realizzate da soggetti privati che mettono i capitali, le realizzano e poi le gestiscono.
Pertanto qualsiasi progetto non può che partire da questi presupposti, unica strada percorribile nei prossimi anni, per concretizzare nuove idee e iniziative per tentare un rilancio della città o quantomeno per non lasciarla morire definitivamente.

Ovviamente è di competenza della nuova Amministrazione Comunale (anche se l’opposizione potrebbe dare un contributo importante), ricercare e definire accordi in merito, con potenziali investitori, anche se per obiettività va detto che in tempi di crisi come quella che stiamo attraversando, non è certo un compito facile, contrariamente a quanto taluni, più o meno strumentalmente vanno affermando.
In questa situazione, con la speranza che il Governo ponga rimedio alla decisione dissennata di lasciarci soli, tutti dovrebbero fare la propria parte, la maggioranza che governa la città, l’opposizione (che oltre a dimostrare senso di responsabilità ne otterrebbe anche un vantaggio in termini di recupero di credibilità), le banche, i potenziali investitori, i commercianti, le varie Associazioni e i cittadini.

Solo attraverso un atto di fiducia reciproca, di collaborazione e di un unione di intenti finalizzata ad un azione corale, Alessandria potrà sperare di uscire dalla grave situazione in cui attualmente si trova.

Va altresì ricordato che, anche se con funzioni e compiti diversi, siamo tutti sulla stessa nave, che in questo momento sta navigando in un mare in burrasca e sta imbarcando acqua, pertanto chi rema contro, come purtroppo sta succedendo, rischia di farla affondare del tutto, prendendosene la relativa responsabilità di fronte alla città.

Perciò al fine di evitarlo, i cittadini fanno appello al senso di responsabilità di tutti, politici in primis, ricordando agli stessi che la campagna elettorale è finita e quindi ora servono proposte realizzabili e fatti concreti, e per questo è necessario che si superino le posizioni di parte, le inutili contrapposizione e nell’interesse generale si converga su progetti finalizzati al bene comune.

Pier Carlo Lava