La città che vorremmo

Quella di oggi non è l’Alessandria che tutti vorremmo, ma è quella con cui dobbiamo confrontarci. La mattina una grande manifestazione delle cooperative sociali, che garantiscono una serie di servizi essenziali e specializzati erogati per conto del Comune e del Cissaca. Ognuna di loro vanta crediti milionari, chissà quanto, e quando, esigibili. E, soprattutto, si tratta di un comparto con un bel punto interrogativo al posto del futuro, e di cui in pochi oggi si preoccuperebbero, se la cancrena dell’insolvenza di palazzo Rosso non avesse raggiunto i dipendenti del comune, e delle partecipate.

Poiché però i dipendenti delle cooperative non sono lavoratori di serie B (anzi, semmai di A+), a noi piace partire da loro.

Poi, la sera, via con la fiaccolata sull’emergenza Palazzo Rosso, organizzata dai sindacati, e senza bandiere di partito. A cui è presumibile partecipi un gran numero di persone, e che speriamo abbia il sapore non di un funerale, ma di uno scatto d’orgoglio. Non è vero che tutti sono d’accordo con lo strumento fiaccolata: ho parlato con persone scettiche, che non ci saranno o comunque non la ritengono un passo decisivo. E in effetti, sperare che da Roma si accorgano di una marcia tra le vie di Alessandria è abbastanza illusorio. L’impressione è che quello di stasera sia più che altro un modo per rinfrancare il morale delle truppe, e far presente che non si molla, e si è tutti uniti.

Seguirà (salvo novità clamorose e positive, che tutti auspichiamo) lo sciopero generale di venerdì 26 ottobre. Proprio alla vigilia di “san paganino”, il protettore degli statali, e di tutto il pubblico impiego. Un santo destinato però a conoscere un percorso sempre più accidentato, se alle marce e agli scioperi non si accompagneranno progetti complessivi di riorganizzazione della “macchina pubblica”. Piena solidarietà dunque, ma anche lucidità e progettualità orientata al futuro. O staremo sempre più qui a raccontarci il declino di un territorio, in cui gli enti locali non possono essere l’eccezione.

E. G.