Nulla è più vero in questa vicenda del vecchio detto “Il merito non paga”, infatti dopo alcuni giorni di riflessione la mia opinione sul dimissionamento dell’Assessore Barbadoro dalla Provincia di Alessandria non può che essere questa.
Anni di impegno, di progetti sviluppati e di risultati ottenuti con il riconoscimento manifestato da diversi soggetti del mondo del lavoro, della formazione e della scuola provinciale non sono stati sufficienti a garantire la conferma di Massimo Barbadoro alla guida del proprio assessorato fino alla scadenza naturale della Giunta.
Dispiace soprattutto per chi ha fatto quelle scelta, che non abbia avuto il coraggio di comunicargliela direttamente agli interessati. Un piccolo turbamento oppure un po’ di vergogna non l’ho vista, né sentita. Grandi e finte parole di rammarico e nient’altro.
Si parla di scelte obbligate, ma è difficile capire da chi. Giochi di una politica allo sbando che ha sacrificato sull’altare forse dell’interesse personale e di logiche ormai logore due assessorati importanti come quello del lavoro, formazione e pubblica istruzione e dall’altro quello delle politiche sociali e pari opportunità, in particolar modo in un periodo di grande crisi economica e sociale.
Probabilmente il sacrificio di Massimo Barbadoro e di Grazia Morando è dovuto al mantenimento di un equilibrio di un Ente di persone “moderatamente” incompetenti che giocano con la testa dei propri elettori, come con le pedine del Monopoli.
Chi ha leve del comando se ne infischia allegramente dei danni che scelte di comodo e politicamente senza un senso razionale possono fare ad un territorio già profondamente provato dalla crisi e dalla mancanza di mezzi, al quale si stava tentando di sopperire con iniziative e accordi produttivi come nel caso di Solvay e del distretto orafo Valenzano ormai al collasso.
Ciò però non è bastato a renderli meritevoli, perché oggi conta di più essere amico del Presidente, portandolo a spasso, chiedendone poi un lauto rimborso oppure essere Assessori “fantasma” piuttosto che essere vicini alla cittadinanza stanca e scontenta davanti ai cancelli delle fabbriche o sui tavoli di concertazione per anticipare stipendi dei lavoratori di aziende in evidente difficoltà.
Tutto questo non basta. E per questo non vi è riconoscenza, nessuna fiaccolata per gli Assessori defenestrati. C’è solo il PD che appoggia un Presidente, ormai fuori dal controllo dei partiti, che protegge gli interessi di pochi e sacrifica gli interessi dei cittadini.
E a questi ci rivolgiamo: “Siete sicuri di volere ancora i suddetti personaggi come vostri rappresentanti?
Una elettrice del Partito dei Comunisti Italiani