Per un giorno almeno, prendiamo fiato rispetto al tema dissesto/stipendi/fiaccolate, ricordando che oggi, in tribunale ad Alessandria, dovrebbe decollare il processo relativo al polo chimico (oggi Solvay Solexis, in passato Ausimont, Montedison, Montecatini ecc).
Dico dovrebbe, perché i rinvii per questioni procedurali in questi casi sono ordinaria amministrazione. Vedremo.
Intanto, pur prendendo atto che il tema sembra interessare poco gli alessandrini (e meno ancora politici e sindacati), noi rilanciamo, ritenendo invece sia una questione di importanza assoluta. Il polo chimico ha portato a questo territorio sviluppo, occupazione, ma pure serissimi effetti collaterali. Sperimentati sul campo dagli abitanti della Fraschetta (i più esposti, ma non gli unici “beneficiari”, anche se gli alessandrini, con la Bormida di mezzo, si sono sempre sentiti “immuni”), ma anche supinamente accettati come inevitabili. Senza arrivare a pensare che l’alessandrino medio debba essere identificato con quel tale che, in tv, si vantava del suo “naso bucato”, è indubbio che altri territori un po’ più di amor proprio e dignità in casi analoghi hanno saputo esprimerlo.
Comunque: teniamo gli occhi puntati sull’andamento del processo. Non tanto per sapere se avvelenamento c’è stato (bella scoperta…), ma se esiste la concreta possibilità che chi ha avuto e continua ad avere profitti importanti possa farsi carico di un processo di bonifica che, di questi tempi, caricare sulle spalle dello Stato (per non dire degli enti locali) appare anacronistico. Oltre che ingiusto.
Quanto alle famiglie che hanno avuto in casa nel corso dei decenni malati e morti: alzare la testa e farsi sentire, non tanto per quantificare il danno, ma per avere giustizia, a noi parrebbe scontato. Certo, se ci fosse una rete di istituzioni, partiti e sindacati a supporto sarebbe più facile. Ma fiaccolate per avere chiarezza sul fronte del polo chimico non ce ne saranno, fidatevi….
E. G.