Se sarà confermato quanto sembra emergere, vale a dire l’esclusione dei Comuni in dissesto, e quindi di Alessandria, dal novero delle Amministrazioni Locali verso cui il Governo ha deciso di destinare le risorse del “Fondo di riequilibrio”, destinate al mettere in sicurezza le situazioni di particolare emergenza, ci troveremmo di fronte a una intollerabile beffa.
Alessandria sta faticosamente cercando di voltare pagina dopo il disastro finanziario prodotto dalla precedente Amministrazione. La nuova Amministrazione ha responsabilmente applicato le procedure di dissesto cui era obbligata per legge, avviando un percorso virtuoso di rientro da una voragine finanziaria, della quale peraltro non reca alcuna responsabilità.
Ogni giorno, il Sindaco, la Giunta e la maggioranza che li sostiene sono costretti a fare appello allo spirito di sacrificio: dei cittadini, che vedono messi a rischio i servizi; delle imprese e dei loro lavoratori, che attendono giustamente il pagamento di quanto loro dovuto; dei dipendenti del Comune e delle sue Aziende, su cui ogni mese gravano le incertezze per il pagamento degli stipendi e, addirittura, per il posto di lavoro.
Di fronte a tutto ciò, sarebbe intollerabile che il Governo voltasse la testa dall’altra parte e decidesse di lasciare nel pantano chi cerca di operare con rigore per il bene della propria comunità.
Sinora, giustamente, il Sindaco ha mantenuto la propria azione, dignitosamente, entro i canali della correttezza istituzionale, scegliendo la strada del confronto con Palazzo Chigi, al fine di ottenere misure concrete di sostegno, a fronte del documentato e verificabile impegno al risanamento.
Ma se tutto ciò non fosse servito a nulla, se a nulla sarà servito neppure l’autorevole intervento di un Ministro alessandrino a far comprendere al Governo che in gioco non c’è il “quieto vivere” del Sindaco, ma la sorte di un’intera comunità di centomila abitanti, è evidente che occorrerà alzare la voce.
Se è questo che si vuole, come Partito Democratico noi siamo pronti a fare la nostra parte, a sostegno di tutte le iniziative che l’Amministrazione e le forze economiche e sociali alessandrine riterranno di attivare per costringere Roma a cambiare rotta. La piazza non ci fa certo paura.
Certo, avremmo preferito, e ancora preferiremmo, poter contare su una soluzione ragionevole da parte del Governo. Vedremo nelle prossime ore, anche impegnando i nostri Parlamentari, se ciò sarà possibile o se si tratterà di un auspicio del tutto velleitario.
Nei dieci mesi della sua esistenza, il Governo Monti ha a più riprese dato prova di essere refrattario ai principi dell’autonomia e del federalismo. Ha imposto sacrifici draconiani agli Enti Locali, riducendoli in molti casi alla paralisi, e ha fatto solletico alle burocrazie ministeriali. Molto “incisivo” nell’amputare in periferia, assai lasco nel tagliare al centro.
Se le cose rimanessero così, Alessandria sarebbe solo l’ultimo esempio di un approccio del tutto sbagliato al tema delle autonomie locali, affrontato male, a spizzichi e bocconi, e senza un vero disegno riformatore.
Soprattutto, sarebbero drammatiche le conseguenze per una comunità ben più ampia di quella ricompresa nella cinta daziaria della città. La crisi verticale del capoluogo avrebbe, infatti, conseguenze drammatiche per gran parte del territorio provinciale, mettendo in ginocchio servizi essenziali, come il socio-assistenziale, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, il trasporto pubblico locale.
Noi questo non lo potremmo accettare e faremo tutto ciò che è possibile fare per costringere il Governo a cambiare registro. Alessandria non può essere soffocata, nella sua vogli di mettersi in ordine e di rinascere, da quella stessa miopia politica che, come ha di recente detto la stessa Corte dei Conti, sta bloccando la ripresa del Paese.
Daniele Borioli
Segretario Provinciale PD Alessandria