Cara Redazione,
“La vita è bella” … senza l’assassinio sociale. Su questa frase dovrebbero meditare gli attuali “innovatori” del governo italiano, coloro che definiscono l’attuazione della Legge 626/94 e i dovuti interventi sulla salute, sicurezza ed inquinamento industriale come un lusso che non possiamo permetterci.
L’attuale vicenda dell’Ilva è drammaticamente esemplare: in casi come questo occorre rivendicare con forza la nazionalizzazione senza indennizzo per i proprietari, perché sarebbe paradossale che i lavoratori e i cittadini inquinati, come contribuenti, pagassero di tasca propria l’esproprio di chi li ha avvelenati e sfruttati. Una nazionalizzazione (anzi, meglio dire collettivizzazione) sotto il controllo dei lavoratori stessi: perché solo il controllo operaio può garantire insieme la tutela del lavoro e un risanamento reale della produzione e dell’ambiente di vita dei lavoratori. Ogni altra soluzione è un inganno per i lavoratori e per le povere popolazioni esposte al disastro sanitario ed ambientale.
La nazionalizzazione degli impianti industriali ad alto rischio di incidente rilevante, come di tutte le imprese strategiche per la produzione e i servizi, è l’unica via, ma per percorrerla occorre una soluzione democratica e rivoluzionaria. La nazionalizzazione dell’Ilva, della Solvay, della Fiat e di altre analoghe aziende non sarà mai realizzata dal governo Monti o da un altro governo borghese, nel quadro attuale della crisi capitalista planetaria e della compatibilità di mercato dell’Europa dei banchieri.
“Ma allora la nazionalizzazione non è realistica”, obietterà qualcuno. E’ una obiezione malposta. La verità è che non è “realistico” alcun effettivo avanzamento delle condizioni di lavoro, di salute, di vita dei lavoratori e della classe subalterna senza il rovesciamento della dittatura della classe dominante (l’oligarchia di capitalisti e banchieri). Cioè senza la conquista del potere da parte dei lavoratori e di tutti i cittadini.
La rivoluzione sociale democratica che porti ad un effettivo governo dei lavoratori è l’unica soluzione realistica delle grandi questioni insolute del nostro tempo. In Italia, poi, con lo “spettro” di una Grecia che si “avvicina” sempre più, il tutto diventa di urgente proposta per una vera mobilitazione popolare. Sviluppare la coscienza di tutti gli sfruttati sino alla comprensione di questa semplice verità è l’obiettivo, in ogni lotta, del Partito Comunista dei Lavoratori. Per discutere e riflettere su questi temi invitiamo tutti a partecipare alla pubblica assemblea che si terrà con l’intervento del portavoce nazionale del P.C.L. Marco Ferrando giovedì sera 11 ottobre 2012, alle ore 21 presso il salone dell’ex Circoscrizione Europista sito in Alessandria via Wagner 38 angolo viale XX Settembre (ex Taglieria del pelo Borsalino).
Claudio Ferro
Per la Sezione PCL di Alessandria