La vicenda dei circa 60 lavoratori con contratti a termine della Provincia di Alessandria, per come è stata gestita fino ad ora, rappresenta una pagina amara ed una nuova, ma negativa tendenza verso i diritti dei lavoratori più deboli.
E’ comunque sconcertante che la sorte di persone assunte dall’Ente pubblico con contratti atipici, che rischiano di essere lasciate a casa per scadenza del termine contrattuale, non abbia ancora trovato la concreta solidarietà delle forze politiche alessandrine.
E’ ben strano il silenzio ufficiale e l’assenza di qualunque proposta o iniziativa da parte dell’Ente e dei partiti, considerato che, non manca certo la sensibilità sociale nel campo del centro-sinistra locale; ne è stata prova recente la solidarietà con il sindacato che ha portato avanti la vertenza per i lavoratori marocchini dell’azienda agricola di Castelnuovo Scrivia.
Ed è ancor più strano che questo fatto possa succedere in un ente pubblico, che ha sempre fatto del contrasto al precariato una delle linee guida della sua politica sociale. Del resto è facile ricordarci i manifesti elettorali del Presidente Filippi che riportavano le positive statistiche dei progetti di stabilizzazione dei lavoratori precari.
Certo le misure previste dalla spending review hanno reso più difficile l’attività degli amministratori pubblici, ma la nostra Provincia, ce lo hanno sempre ricordato gli assessori competenti, è stata tra quelle che hanno speso con moderazione e buon senso, e non possono essere certamente i costi dei precari, quelli che possono far saltare gli equilibri economici dell’ ente provinciale.
Esiste inoltre, accanto al legittimo interessi dei lavoratori alla tutela del rapporto di lavoro, un interesse pubblico non meno importante, che consiste nel diritto dei cittadini di continuare a fruire di quei servizi, che i lavoratori con contratto in scadenza hanno erogato fino ad ora. Perché di questo si tratta, e cioè di lavoratori qualificati che sono stati assunti per fornire un servizio di pubblica utilità che svolgono da anni, e non certamente di persone chiamate a scaldare le sedie di qualche ufficio provinciale.
Sono donne e uomini dotati di un ottimo bagaglio culturale e professionale, che in questo tempo hanno reso alla provincia ed alla comunità alessandrina un servizio indispensabile, che con il loro licenziamento verrebbe meno.
Fatte le doverose premesse, non ci pare che le ultime misure del governo Monti abbiamo introdotto la libertà di licenziamento nella Pubblica Amministrazione, né che abbia previsto l’eliminazione di questi contratti atipici.
Non esistono quindi, a nostra conoscenza, né obblighi di carattere giuridico, né necessità economiche che impongano di non rinnovare il contratto ai lavoratori precari della Provincia.
Tocca quindi ai partiti che sostengono la Giunta di Palazzo Ghilini, la responsabilità di difendere fino in fondo il diritto al lavoro dei precari provinciali, ed alla Giunta che di questi partiti costituisce l’espressione politica, l’onere di formulare le misure amministrative idonee a garantire il diritto dei lavoratori precari e la prosecuzione dei servizi da loro forniti ai cittadini.
Per realizzare questa scelta positiva, si potrebbero accogliere le sollecitazioni e le proposte avanzate dalla R.S.U. e dalle organizzazioni sindacali, che da settimane sostengono il diritto al lavoro dei precari. In particolare, appare interessante la proposta avanzata dal segretario Provinciale della CISL Funzione Pubblica, che ha invitato la Giunta Provinciale a seguire la strada indicata recentissimamente dal Sindaco di Alessandria, Rita Rossa che, per salvare il servizio delle scuole per l’infanzia ed il lavoro delle operatrici impegnate, non ha esitato a sfidare molti conformismi ed ha creato ex novo, una società partecipata per la gestione del servizio.
Noi pensiamo che se l’affidamento ad una società partecipata di un servizio pubblico di elevato contenuto sociale, abbia costituito un percorso amministrativo legittimo per la Giunta di Palazzo Rosso, diventi assai difficile valutare negativamente un’operazione analoga per chi amministra Palazzo Ghilini.
E questa strada potrebbe essere anche più facile per la Provincia, tenuto conto che una società che svolge servizi la Provincia di Alessandria ce l’ha da più di vent’anni, si tratta di Energia e Territorio, la quale potrebbe utilmente farlo anche per quei servizi che fino ad oggi sono forniti dal lavoro dei precari.
Accanto a questa ipotesi, merita di essere valutata in maniera approfondita, anche la proposta formulata sui quotidiani locali, da quei componenti della R.S.U. che hanno avanzato l’idea di un patto di solidarietà tra i lavoratori della Provincia, nel quale quelli con contratto a tempo indeterminato, che godono di una retribuzione maggiore, dovuta a diversi e particolari riconoscimenti per la loro professionalità, potrebbero rinunciare ad una piccola parte della loro remunerazione, per contribuire alla creazione di un fondo destinato a difendere il lavoro dei precari.
Governare significa assumersi le proprie responsabilità, anche e soprattutto quando le scelte possono richiedere atti amministrativi di non facile realizzazione, ma è proprio sulle scelte a favore dei più deboli, come sono in questo caso, quelle che riguardano i rapporti di lavoro dei precari della provincia di Alessandria, che si misura la credibilità e la tenuta di una coalizione che tra qualche settimana dovrà presentarsi ai suoi sostenitori, per la prova delle “primarie” del centro sinistra .
Il coordinamento provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà sostiene e sosterrà senza riserve la richiesta dei precari della provincia di Alessandria, nella piena coscienza che ci sono valori sui quali non si può transigere, e per i quali ritiene di doversi impegnare con la certezza che la ragioni dei deboli valgano bene il rischio di apparire scomodi.
S.E.L.
Federazione Provinciale di Alessandria