C’è chi queste vacanze estive le ha passate tranquillo al mare sotto l’ombrellone, esultando magari per il trasferimento di Pazzini dall’Inter al Milan, e chi invece le ha trascorse con l’angoscia di perdere il lavoro tra pochi mesi (come regalo di Natale) oppure lo ha già perso, come alcuni precari della Provincia di Alessandria che nonostante le rassicurazioni ricevute, anche a mezzo stampa, si è ritrovato a godere delle ferie a “tempo indeterminato”.
Vorremmo illustrarvi con poche parole la nostra situazione.
Siamo un gruppo di precari, molti con famiglia e mutuo a carico, che da più anni lavora per la Provincia, formalmente con un contratto di collaborazione a progetto (co.co.pro.), ma in sostanza come dipendente, il che significa che non abbiamo diritto alle ferie, all’indennità di malattia e ai buoni pasto, ma in compenso godiamo di contributi a fini pensionistici sostanzialmente ridicoli e nessun tipo di ammortizzatore sociale. Abbiamo acquisito competenze e professionalità difficilmente spendibili al di fuori di un ente pubblico, impegnandoci al massimo ed investendo sul nostro futuro nella speranza che un giorno lo sforzo sarebbe stato riconosciuto e valorizzato. Ma, a nostre spese, abbiamo potuto testare con mano che la così detta “meritocrazia” non esiste.
Così, negli ultimi due mesi ad una quindicina di noi non è stato più rinnovato il contratto di lavoro nell’indifferenza più totale da parte della politica locale. Questi sono i fatti.
Chiediamo con forza a chi ha responsabilità politiche, al Presidente e a tutta la Giunta della Provincia di Alessandria, che si impegnino a trovare una soluzione praticabile e condivisa al fine di non abbandonarci, come gruppo di lavoratori, ad un prossimo destino di disoccupazione, in un momento tanto drammatico per l’occupazione del nostro Paese e della nostra amata Provincia in particolar modo.
Ci rendiamo conto delle difficoltà finanziarie che l’Ente sta affrontando, il quadro normativo incerto ed il clima da “Titanic che affonda”, rende tutto più complicato.
Certo, la “spending review” ha ridotto i margini di manovra per i nostri amministratori e dirigenti, ma vorremmo conoscere le ragioni che stanno alla base del taglio del personale precario, in pratica chiediamo un’assunzione di responsabilità per la mala gestio.
Vorremmo che venisse riconosciuto il lavoro svolto e i meriti per aver supportato la struttura provinciale di riferimento, per il raggiungimento dei livelli di performance della struttura e della dirigenza.
Siamo sbigottiti in merito all’inevitabilità dell’allontanamento dal nostro impiego dal momento che il bilancio della Provincia in questi anni ci è stato presentato come in ordine, specialmente quando scopriamo che il Comune di Alessandria, notoriamente in dissesto, ha creato un’azienda ad hoc per cercare di tutelare i precari che svolgono le proprie mansioni presso gli asili comunali.
Facciamo appello all’RSU ed ai sindacati provinciali al fine di attivare immediatamente un tavolo di concertazione, dove si possa discutere con una nostra rappresentanza e con l’Amministrazione al fine di trovare in tempi brevi una soluzione, che magari potrebbe essere similare a quella adottata dal Comune capoluogo oppure un fondo di solidarietà come già preannunciato.
Tutti i giorni i politici e la classe dirigente di questo Paese ci dicono che in un momento di grave crisi come questo i maggiori sacrifici li debbano compiere chi ha di più o chi ha avuto di più, invece chi gestisce il nostro Ente ha deciso di non toccare privilegi e prebende politiche e dirigenziali, senza entrare nello specifico almeno per il momento, per scaricare tutto il peso dei tagli economici del Governo sui più deboli.
Riteniamo che colpire la parte più debole e indifesa della forza lavoro sia una precisa scelta da parte degli organi di governo dell’Ente, e seppure sia l’opzione più semplice, questa va ad aggravare una già difficile coesione sociale, ma la cosa che più ci stupisce è che tutto ciò venga fatto sotto le bandiere del centro-sinistra.
Il tempo delle promesse è concluso, chiediamo fatti concreti, risposte praticabili.
Ci rendiamo conto di essere i passeggeri della terza classe, ma stupisce l’assordante silenzio dei politici, che non fingono neppure più di trovare delle risposte; chiediamo cortesemente e per l’ultima volta, che ci venga lanciato un salvagente.
Vedere che fischiettano con le mani in tasca mentre noi anneghiamo, ci indispettisce alquanto.
I lavoratori precari della Provincia di Alessandria