[BlogLettera] I precari e la scuola italiana

[Questa lettera è stata scritta da un nostro stimatissimo amico, Dario Caruso. Musicista, compositore e professore di musica (precario), Dario è anche fondatore e vicepresidente del Circolo degli Inquieti. Per noi è soprattutto una persona squisita, un artista di grande sensibilità e un insegnante preparato e innamorato del suo mestiere. Pubblichiamo la sua lettera con molto piacere, condividendola in toto].

Savona, 24 agosto 2012

Egregio Presidente Monti,

Le scrivo perché ancora una volta leggo sui quotidiani degli impegni del Consiglio dei Ministri per migliorare la scuola. Ma ancora una volta non rientro nel contingente di circa 21 mila docenti immessi in ruolo.

Mi chiamo Dario Caruso, classe 1964. Sono precario da 25 anni (fra pochi giorni incomincerò il 26mo), fiero di esserlo poiché il mio lavoro ha sempre ottenuto consensi da parte dei dirigenti, dei colleghi, delle famiglie ma soprattutto degli studenti. Credo sia diventato inutile parlare di merito e di formazione dei docenti, poiché ciò e’ diventato un ritornello a cui non credo più ne’ io ne’ i miei colleghi a parità di condizioni. Per quanto mi riguarda mi sono sempre impegnato a studiare per lavorare al meglio ed aggiornarmi; sono davvero convinto che la scuola sia la risorsa che ridarà propulsione al nostro Paese.

Ma sono disilluso, ho visto passare avanti troppi incapaci in buona e cattiva fede. Non credo più allo Stato come garante di democrazia e di eguaglianza, ma come valore Romantico da perseguire individualmente; non credo più al merito come valore aggiunto per avere un ruolo nella società ma come personale realizzazione dell’individuo.

Lieto di averLa contattata ma deluso di averlo fatto in un’occasione così dolente.

Un italiano