Caro Direttore,
lo scorso anno il tema dell’acqua pubblica è stato al centro della più importante battaglia politica dei cittadini, tramite la vittoria dei quesiti referendari sui “beni comuni”. L’esito del referendum è stato pochi giorni fa confermato dalla sentenza della Corte costituzionale che ha ribadito che l’acqua è un bene pubblico che deve essere gestito da aziende di diritto pubblico e che in generale non c’è obbligo di privatizzazione dei servizi pubblici. Esito purtroppo beffardamente ignorato non solo dai governi Berlusconi e Monti, ma perfino da diverse amministrazioni locali di centrosinistra in contrasto con gli orientamenti dei propri stessi elettori.
Sarebbe perciò un piccolo passo avanti che a capo di aziende di questa importanza strategica com’è indubbiamente AMAG fossero poste persone competenti e realmente interessate a tutelare l’acqua come bene comune e ad aprire un rapporto nuovo coi cittadini, orientato alla trasparenza e alla partecipazione nelle scelte di indirizzo.
Ad Alessandria le nomine in AMAG sono state fatte in base a tali criteri indicati dalla volontà popolare col referendum? Pur non avendo dubbi sulle qualità umane e professionali del dottor Gian Piero Borsi, riteniamo che la sua nomina a Consigliere con funzioni di Amministratore delegato della più importante azienda partecipata del Comune di Alessandria, sia stata una scelta inopportuna.
Da cittadini alessandrini, ci corre infatti l’obbligo di rilevare il fatto che il nuovo Amministratore delegato di AMAG, ha ricoperto nella sua carriera lavorativa importanti incarichi per conto della struttura industriale attualmente di proprietà del gruppo SOLVAY-SOLEXIS.
Il quale complesso chimico utilizza per le sue attività in misura molto considerevole l’acqua che preleva dalla falda presente sotto l’area dello stabilimento.
Sempre per quel che riguarda i rapporti tra Comune e SOLVAY, va ricordato, che vi è stata ed è tuttora in corso l’inchiesta della Magistratura nei confronti della dirigenza della multinazionale che è accusata di disastro ambientale per l’inquinamento delle falde superficiali e profonde da cromo esavalente in un’area molto vasta e al di fuori del perimetro della fabbrica e per la mancata bonifica interna. Secondo i rilievi della Magistratura anche la dirigenza della Solvay di questi ultimi anni sarebbe stata a conoscenza dei riscontri relativi all’inquinamento e invece di collaborare con gli enti preposti ai controlli avrebbe taciuto: è questa la pesante accusa dei giudici.
In tale contesto, deve essere inquadrato il compito vitale di AMAG di garantire con controlli giornalieri la potabilità delle acque alessandrine per i cittadini e le attività economiche e produttive, missione assolutamente incompatibile con qualunque ipotesi di sia pur teorici condizionamenti. Sarebbe stato pienamente coerente con la dichiarata scelta dei vertici del Comune di voler sempre agire nel rispetto della trasparenza, che l’individuazione della persona chiamata al ruolo chiave nella gestione di AMAG, fosse caduta su di un nominativo che non fosse mai stato in rapporti con la SOLVAY.
Poiché tuttavia, non sussistono da parte nostra dubbi d’ordine morale sulla persona scelta dal Sindaco come amministratore delegato di AMAG, e concordando sulla necessità di una diversa e migliore prassi amministrativa (dopo gli anni della gestione personalistica, rivolta ad assetti privatistici sottratti al controllo dei cittadini, messa in atto dal vecchio c.d.a. nella più importante e ricca azienda partecipata del Comune) ribadiamo come ogni nomina pubblica, debba essere incontestabile sotto ogni punto di vista, motivo per cui le indubbie qualità professionali e umane del dottor Borsi possono essere impiegate con comune profitto, in altra azienda partecipata che non sia l’AMAG.
Sinistra Ecologia Libertà – Alessandria