Per un comune in dissesto teatro, cinema, concerti e attività culturali in genere sono un lusso a cui rinunciare a cuor leggero? Io non lo credo per niente, e anche se è assolutamente vero che la chiusura del Teatro Comunale di Alessandria (tra poco sono due anni) ha coinvolto davvero sono una minoranza di cittadini (in sostanza quelli che lo frequentavano, più o meno stabilmente o occasionalmente) a me pare che quello sia un simbolo irrinunciabile della città. Del resto, anche allo stadio ci va in fin dei conti un’esigua minoranza, ma nessuno (men che meno il sottoscritto) si permetterebbe di sostenere che i Grigi non sono un emblema di Alessandria.
Per questo, constatare che, pur fra le centomila difficoltà di questa strana estate, Palazzo Rosso e gli altri soci della Fondazione Tra hanno deciso di provarci, e hanno nominato un vero cda (sia pur ancora incompleto), e non un commissario straordinario (o liquidatore), fa ben sperare. Nuccio Lodato, il nuovo presidente, è una figura di eccellenza del panorama culturale di casa nostra, e uno dei protagonisti della nascita dell’attuale Teatro Comunale, negli anni Settanta.
Lodato è fra l’altro uno dei “creatori” di Ring, il festival della critica cinematografica che, per un decennio, ha portato ad Alessandria il meglio del settore: critici, attori, registi, e soprattutto giovani da tutta Italia.
Sarebbe bello se proprio da Ring, nei prossimi mesi, arrivasse un importante segnale di risveglio, di ripartenza. Anche se naturalmente con una sede diversa dal Comunale, perché lì i tempi di riapertura sono quanto mai incerti, e comunque “lunghi”.
Un altro addetto di grande spessore, l’ex direttore del Tra Franco Ferrari, si era offerto “per dare una mano ad Alessandria”. E’ uscito sconfitto da questo giro di nomine? Ma non diciamo stupidaggini: ci sarà senz’altro modo di utilizzare anche le sue competenze, non ho dubbi al riguardo, e lo ha auspicato mi pare anche l’assessore Barberis.
Figure come Lodato, Ferrari e altri sono, in questo momento delicatissimo per la città, risorse importanti, perché hanno competenze vere, e sono pronti a metterle (gratuitamente, che non è da tutti) al servizio della comunità. Certo, lo so: quando si parla di cultura (con le casse vuote) è facile puntare su intellettuali di valore. Vedremo se in occasione di prossime nomine, più “pesanti” sul piano del business (Amag, Amiu e filiera dei rifiuti), le scelte saranno altrettante oculate e trasparenti.
E. G.
Ps: non scordiamoci però che, sul fronte Tra, ci sono 15 lavoratori con il fiato in sospeso, che aspettano di sapere che ne sarà del loro futuro.