Quando si dice gli effetti del dissesto, in concreto. C’è un bellissimo esempio, al quartiere Cristo, di solidarietà vera e vissuta, non chiacchierata o dichiarata negli slogan.
Si chiama Habital, e a quel che si legge nelle cronache locali l’esperienza potrebbe essere al “passo d’addio”, per il venir meno dei finanziamenti di Palazzo Rosso.
Cos’è mai Habital? Molto semplicemente, un progetto messo in piedi negli anni scorsi dal Cissaca (a proposito: torneremo ad occuparcene presto), con un coinvolgimento di altri soggetti del mondo dell’associazionismo e del volontariato, e con i finanziamenti di Comune e Provincia di Alessandria. Due realtà di cui parliamo spesso, e su cui qui non stiamo ad aggiungere nulla, perché ahimé tutto sapete.
E così il rischio è che Casahabital, la struttura che si trova in via Gandolfi (sì, la ex temutissima via Gandolfi dei decenni scorsi) e che a ragione è stata definita “un rubinetto sociale”, a settembre smetta di erogare acqua fresca, diciamo così.
E’ stata ed è un punto di riferimento, quella sede, per tanta gente che ha bisogno di aiuto, indicazioni, conforto. In termini “ampollosi” si parla di integrazione sociale, di lotta al disagio. Concretamente qui lo fanno (lo facevano?), senza troppe teorie da convegno, e aiutando le persone a trovare soluzioni concrete ai problemi quotidiani. Certo, con il coordinamento immagino di personale retribuito (e francamente quando sosteniamo che i dipendenti pubblici sono troppi non pensiamo davvero a casi come questo), ma anche e soprattutto grazie a tanto volontariato, reciproco aiuto e sostegno, assistenza volontaria verso i bambini, gli anziani, i bisognosi in genere.
Non so quanto costi tenere aperta una struttura simile: so che è un delitto chiuderla. Non si può davvero farci nulla? Chi ne sa di più, ci racconti….
E. G.