Torneranno davvero alla ribalta alessandrina i consigli di quartiere? E saranno uno strumento per ridare voce alle persone comuni, e per farle essere di nuovo protagoniste della vita pubblica, da vent’anni consegnata ai professionisti della politica?
L’idea è interessante, anche perchè, diciamocelo, condida da un ingrediente di nostalgia canaglia: per tutti noi che abbiamo ormai superato i quaranta significa tornare ai tempi di quando eravamo ragazzini, e “sindaco” era in realtà appunto il soprannome standard che veniva dato al rappresentante di quartiere, a cui persone, famiglie e collettività affidavano progetti e rimbrotti, e il compito (impegnativo, ma anche socialmente gratificante) di interloquire con le istituzioni, ossia il Comune.
“Il sindaco” era in realtà un tuo vicino di casa, amico di tuo padre e frequentatore del bar Sport del paese o del quartiere, per cui è chiaro che si trattava di un rapporto di prossimità vera, reale e vissuta. E mica gli si chiedevano grandi cose: magari si segnalava un pezzo di marciapiede da asfaltare davanti a casa, o le panchine rotte, e gli alberi del viale da potare o innaffiare. Poi vennero le circoscrizioni, i moduli da compilare all’Urp, le denunce da strillare a vuoto su facebook. E i piccoli problemi sempre lì, irrisolti.
I tempi, naturalmente, sono anche cambiati. Leggo che i quartieri del Comune di Alessandria, più o meno articialmente poi trasformati in circoscrizioni, sono 23. Mi chiedo se in realtà non siano anche di più, giacchè il territorio evolve nel tempo, anche se non ce ne accorgiamo. Comunque: se alla base del progetto portato avanti dall’assessore Giorgio Barberis non c’è solo una logica di risparmio, ma anche di ritorno alla partecipazione vera, e “dal basso” (e credo francamente che sia così), il terreno potrà davvero dare frutti importanti.
Ho presente la situazione in Fraschetta, dove credo la circoscrizione abbia sempre fatto fatica a tener dietro alle esigenze, assai diversificate, di un territorio vasto, e per niente “Spinetta centrico”. Ma in fondo anche alla circoscrizione Sud, o altrove, la musica non cambia.
Vedremo ora, concretamente, come il progetto quartieri prenderà corpo, e vitalità. Energie di associazioni e gruppi di cittadini ce ne sono a iosa. Speriamo che i partiti non cerchino di metterci subito il “cappello” sopra, e lascino al territorio la possibilità di dialogare, e proporre, in base alle esigenze e alle idee delle persone, a prescindere dalla loro appartenenza politica. Riprendendo in mano con buon senso e concretezza una situazione pressoché disperata.
E. G.