Un mio amico, distaccato e acuto osservatore della politica locale, mi chiede con ironia: “ma qual è lo scopo del gioco, essere rinviati a giudizio?”. In effetti, al di là dell’iperbole (beh, mica tanto), mi rimane il dubbio che per fare l’amministratore locale ci voglia una bella dose di passione, e forse un po’ di masochismo. Oppure una vita vuota, dice un altro mio amico, o una moglie noiosa da cui “sfilarsi” ogni tanto la sera.
E da questo punto di vista il sindaco Rossa, convocando il consiglio comunale di pomeriggio, ha fatto una bella gaffe. Sì, d’accordo, si risparmia sugli straordinari dei dipendenti coinvolti. Ma si toglie un alibi perfetto a chi prima poteva rientrare a tarda notte senza colpo ferire…e non è bello.
Altra motivazione, un po’ più seria, pro consiglio serale è legata alla partecipazione dei cittadini. Il pomeriggio si suppone che nel loggione possano trovar posto soltanto disoccupati e pensionati, che pure ad Alessandria sono categorie ben rappresentate.
Comunque sia, giovedì pomeriggio all’esordio del nuovo consiglio comunale i mitici 32 (33 con il sindaco) c’erano tutti. Compreso capitan Artico, che per me resta il bomber, e vederlo lì in mezzo mi fa un po’ effetto. Molti mi sembravano un po’ distratti in verità, e più annoiati che pimpanti. E ho notato che, per un motivo o per l’altro, i consiglieri sono praticamente tutti presidenti di qualcosa, e così si chiamano tra loro, con effetto comico involontario. “Prego, presidente. Grazie a lei, presidente, ma prima scusi la parola spetta al presidente…”. Giorgio Abonante, capogruppo Pd, almeno ad un certo punto se ne è reso conto, e ci ha scherzato su.
Enrico Mazzoni è stato eletto presidente, appunto, del consiglio comunale a maggioranza bulgara, come si diceva una volta. Così come Diego Malagrino, vice presidente di maggioranza.
Qualche intoppo maggiore per individuare il vice presidente di minoranza: alla vigilia si era parlato di Emanuele Locci (Pdl), ma i numeri al momento buono non ci sono stati. Così, con un escamotage proposto da Piercarlo Fabbio, salta fuori il nome di Fabrizio Priano (“ma solo in maniera transitoria”: anche perché l’ex esponente socialista dal consiglio pare si dovrà dimettere fra meno di un anno, per incompatibilità con altra carica in Fondazione CrAl), ma anche quello del consigliere Di Filippo per i 5 Stelle.
La spunta Priano, con l’appoggio del Pd. Un altro boccone amaro per Locci, che è caduto nel trappolone/inciucio della vecchia guardia trasversale, e di questo passo è destinato ad essere “il giovane bastian contrario” del centro destra ancora per parecchio tempo. Anche se con orgoglio ha poi ribadito la propria diversità dal resto del Pdl, e la sua volontà di discontinuità.
Il primo discorso istituzionale del sindaco Rita Rossa ha avuto toni appassionati, sottolineando il quadro francamente drammatico, fra bilancio e partecipate. Ora però bisogna uscire dalla campagna elettorale, e trovare soluzioni concrete per la città, o siamo fritti. Forza presidenti, consiglieri e assessori: al lavoro!
E. G.