In questi giorni, come vicepresidente della Provincia candidata a sindaco di Alessandria, ho ricevuto attacchi in merito a questioni ambientali legate al Terzo Valico. Non si tratta, ovviamente, di materia elettorale, ma oggi rispondo a queste accuse a dimostrazione della serietà con cui ho sempre svolto e svolgo tutt’ora il ruolo di vicepresidente.
La prima precisazione riguarda il deposito dello “smarino”, cioè il materiale di risulta degli scavi. La gestione delle cave per l’approvvigionamento delle materie prime e dei siti di deposito di questo materiale è regolata da apposita Legge Regionale, la n° 30/99. Tale norma prevede la presentazione di uno specifico piano che individuerà e descriverà ogni singolo sito, suddividendoli tra quelli effettivi e quelli di riserva, compreso della volumetria massima conferibile e anche l’indicazione del cantiere da cui proverrà il materiale di smarino. Il materiale che potrà essere conferito direttamente sarà quello che non ha subito pretrattamenti, mentre quello trattato con materiale addensante durante lo scavo dovrà essere prima sottoposto ad una operazione di trattamento per trasformarlo da rifiuto in materia prima secondo, eliminando dall’ammasso gli scarti che verranno invece inviati a discarica. Si tratta comunque di rifiuti non pericolosi.
Ad oggi questo piano non è ancora stato presentato e quindi il parere definitivo deve ancora essere rilasciato dagli Enti territoriali e di controllo prima dell’approvazione da parte della Regione Piemonte. Proprio questa mancata approvazione del piano ha fatto si che nell’approvazione da parte del CIPE del progetto definitivo non si siano potuti già includere i siti di deposito, ancorché individuati nel progetto, tra i siti soggetti a vincolo di disponibilità e questo è il motivo per cui alcuni siti che erano stati individuati oggi risultano non più disponibili.
Tuttavia gli Enti si erano già espressi e con grande attenzione sui siti individuati in progetto tanto che il CIPE aveva recepito una richiesta di prescrizione della Provincia di Alessandria chiedendo di rivalutare alcuni siti in particolare di valutare la possibilità di utilizzare un sito a Tortona, Regione Montemerla, che consentiva di limitare al massimo la circolazione dei mezzi pesanti al di fuori dei tratti autostradali, ma soprattutto chiedendo di escludere i siti di ex cave che avevano intercettato la falda evitando così di scaricare lo smarino direttamente a contatto con le falde.
Tutt’altro discorso va, invece, fatto sul problema amianto che la Provincia ha affrontato molto attentamente nel suo parere richiedendo studi integrativi a quanto indicato dai progettisti ritenendo che il numero di sondaggi fatti e di analisi sui campioni prelevati da questi sondaggi, assolutamente non idoneo a caratterizzare il rischio amianto nel tratto di scavo. Questo aspetto è sempre stato posto all’attenzione negli incontri avuti dalla Provincia con RFI e con il commissario Lupi.
E sarà nuovamente il punto fondamentale dell’istruttoria sul piano di approvvigionamento e dei depositi una volta che COCIV l’avrà ufficialmente presentato alla Regione Piemonte che aprirà una conferenza dei servizi con gli Enti Locali interessati, in primis la Provincia, per la sua approvazione definitiva.
Concludendo non si può che confermare come l’attenzione della Provincia sia altissima sia sugli aspetti ambientali che su quelli viabilistici per un’opera che sicuramente andrà ad incidere profondamente sul territorio per i prossimi dieci anni.
Rita Rossa